Per creare e capire un’idea ci vogliono almeno 100.000 anni.
Non meno di 1.000.000 d'anni fa veniva partorita la prima idea a risposta della domanda: Io, Chi sono? L’idea era: sono il centro di tutto, soprattutto dello spazio che intercorre tra me stesso e l’altra faccia di me. Cioè il dietro. Quest'idea folgorante pervase per almeno un decennio tutto il periodo, fino a quando un’altra idea non fece capolino tra le pieghe della mente di una scimmia, ma non essendo ancora passati i 100.000 anni previsti dagli accordi evolutivi l’idea tornò indietro, e non si seppe mai quale fosse.
L’uomo cominciava ad ergersi dallo stato scimmiesco e, imparando a pisciare in piedi, cosa che alla donna ancora non riesce bene, elaborò, circa 900.000 anni fa una nuova e più poderosa idea, questa volta a risposta della domanda: dove vado? L’idea fu: vado al mare, ma essendo il concetto stesso di mare ancora lontano a venire, soprattutto se consideriamo che siamo nel centro dell’Africa e la spiaggia più vicina è ad almeno 2000 chilometri, l’idea fu messa da parte per momenti migliori, e si continuò a sperimentare la prima idea, perdendo così 100.000 anni nello spazio evolutivo. Questo dovrebbe spiegare un sacco di cose ma al momento non mi viene assolutamente in mente quali.
Così tra un esperimento e l’altro, un meteorite che cadeva di qua, uno che cadeva di là, un fulmine, due panini con la marmellata ed un crucco coi baffetti che aveva sbagliato era, passarono altri 100.000 anni e d’improvviso una nuova idea venne alla ribalta, questa volta come risposta alla domanda: da dove vengo? Vengo dal mare. A questo punto il concetto di mare non era più così "non concetto" come 100.000 anni prima, e quest'idea parve a tutti molto buona. In fin dei conti prima della nostra nascita esce dell’acqua, alla nostra morte esce dell’acqua, uno dei nostri bisogni primari è quello di ingurgitare acqua, insomma l’idea pare proprio buona. Almeno 15.000 australopitechi perirono annegati nel tentativo di sperimentare le due idee di cui sopra fino a che non parve a tutti chiaro che un concetto, o un idea non è di se per stesso una risposta, ma molto più probabilmente una domanda che presagisce una serie infinita d'altre domande/risposte e cosi’ per un altra centinaia di migliaia d'anni si preferì mangiare, bere, procreare, quasi dimenticandosi delle idee precedenti.
Ma un’idea ha spesso vita propria, così improvvisamente strisciando dal mare, usci fuori e si trasformò in una risposta ad una domanda che fino ad allora non aveva mai ricevuto risposta. In pratica un solitario bisogno di uccidere i propri desideri d'animalesca perversione in relazione alla notte della ragione più simile ad un’edicola che ad un vero e proprio desiderio di vendetta operativa. Nessuno capì mai veramente di cosa si stava parlando ma tanto fu.
La domanda era: "Che si fa stasera?". La risposta fu: "Ci si fa una canna!". Il problema fu che 700.000 anni fa di canne era pieno il mondo. Gigantesche canne che solo a vederle si restava tramortiti dalla paura. Il concetto stesso del "ci si fa" non era poi così chiaro, tanto e vero che un numero non indifferente d'uomini di Neanderthal fu colto da stupore, quando il concetto fu esplicato e più di una donna di Neanderthal disse al proprio uomo: "Se provi a farti una canna ti faccio trovare i tuoi sassi fuori della grotta". E qui trova una spiegazione la scomparsa dell’uomo di Neanderthal. Infatti, se ti facevi una donna di Neanderthal usciva un bambino di Neanderthal, ma se ti facevi una canna, non solo nessun usciva un bambino, ma molto spesso dalla canna usciva qualche animale molto infastidito dal fatto. Il vantaggio di farsi una canna era che si faceva fare, non era impegnativa e soprattutto se ne stava zitta tutto il tempo. E’ ovvio che 100.000 anni di quest'andazzo sterminarono la razza di Neanderthal. Contemporaneamente si era evoluto, pero, l’homo sapiens, che a differenza del suo contemporaneo aveva applicato il concetto di farsi una canna in maniera diversa, e oltretutto andava in giro notevolmente più contento.
Riepilogando in 400.000 anni furono esplicitate quattro idee: sono il centro dell’universo, Vado al mare, vengo dal mare, mi faccio una canna. Quest’ultimo restava ancora un concetto abbastanza oscuro ma era ormai era entrato nell’immaginario collettivo e fu usato come catalizzatore per la successiva idea. Se io sono il centro dell’universo, vado e vengo dal mare, la sera mi faccio una canna, perché non fare della canna il centro dell’universo che va e viene dal mare e sta tra il me davanti e il me dietro. Colui che aveva elaborato questo concetto fu preso, denudato, percosso ed esposto al sole per 100 giorni di fila fino a che il concetto non si perse nella notte dei tempi e fu sostituito da un più semplice: Maritozzo alla Crema.
Il Maritozzo alla Crema, forse la cosa più sublime mai pensata dall’uomo, 400.000 anni per un Maritozzo alla crema, date le premesse non ci sembra assolutamente strano che poi siano arrivati millenni oscuri. Infatti, lo stesso Homo Sapiens, pieno di brufoli e lancinanti dolori di pancia a causa dell’abuso del Maritozzo alla Crema, rischiò quasi l’estinzione. Ma un uomo, dopo che un rutto gigantesco ebbe spazzato in un sol colpo le nebbie che avvolgevano la sua mente, rivoluzionò il concetto del Maritozzo alla Crema. Un concetto non deve essere materiale per essere apprezzato, anzi la sua stessa materialità porta spiacevolissime conseguenze. E’ meglio astrarre un concetto dalle sue conseguenze materiali ed esprimerlo fine a se stesso. Il Maritozzo alla Crema diventerà semplicemente, e molto meno dolorosamente, una speranza, un’idea, non palpabile, senza odore né sapore, senza conseguenze fisiche di nessun genere, ma fatto solo d'immateriali sensazioni. L’astratto diventa il modo di materializzare solo esperienze prive di conseguenze fisiche, e di fatto scevre da qualsiasi riccio.
Da ciò non si deduce un bel niente ma mi sembrava una storia assai edificante da essere raccontata.