"...E allora il fantasma
si guardò allo specchio e non vide nulla,
capì, in un istante,
che c'era qualcosa che non andava,
si mise l'impermeabile
che gli aveva regalato Maria ed uscì nella notte..."
1.
C'era un volta un castello,
ed in questo castello abitavano persone normali e fantasmi. Vi chiederete
qual è la differenza tra una persona ed un fantasma ? Ed io vi rispondo,
diamine, i fantasmi passano attraverso i muri, volano, vedono nel futuro
e sanno con certezza il cavallo vincente ed i piazzati di domani, salvo
non poter scommettere perché, essendo morti, non hanno bisogno
di mangiare, non hanno freddo, non hanno caldo, non hanno problemi di trasporto
e non devono mai andare dal dentista. Le persone al contrario hanno bisogno
di soldi, per cui sapere le informazioni di cui al paragrafo precedente,
farebbe veramente comodo, ma non c'è contatto tra uomini e fantasmi,
gli uomini non vedono i fantasmi ed i fantasmi non frequentano mai lo stesso
bar due volte di fila, e se per caso appaiono ai comuni mortali , vuol
dire che non sono morti e vi stanno solo prendendo per il culo, e
voi questo non lo potete sopportare.
Nel castello, di cui stavamo
parlando poc'anzi, esistevano uomini e fantasmi. I primi conducevano una
vita ordinaria: mangiavano, bevevano, ridevano, piangevano,lavoravano,
alcuni, per potersi permettere i bisogni di cui sopra e chi non lavorava
aveva qualcuno che lo faceva al suo posto, ma sostanzialmente ognuno degli
uomini aveva contatti più o meno gradevoli con la realtà.
I fantasmi no, loro guardavano i mortali soffrire e gioire con distaccata
compiacenza, sicuri che nulla e nessuno potesse turbarli , sicuri che la
loro condizione li proteggesse da qualsiasi evento, maligno o benigno che
fosse. Ma...
I ma sono sempre fastidiosi,
soprattutto se il ma riguarda un evento non calcolato che minacci un'esistenza
più o meno beata. Volete degli esempi :
Il bambino giocava a calcio
lieto e leggiadro, ma una granata serba, o croata, l'ha divelto in due.
La sposa guardava lo sposo
con amore, ma lo sposo è impazzito, oppure ha bevuto , ma tutto
questo alice non lo sa.
Pensate ad un ma riferito
a dei fantasmi, in fin dei conti cosa può turbare l'esistenza di
un fantasma, cosa può succedere più che morire. Questo deve
essere un MA veramente devastante, uno di quelli che cambia l'esistenza
di un'intera generazione, i pantaloni alla zuava, o quelli a zampa di elefante
per esempio, ma forse non basta, ancora di più, ancora più
devastante, qualcosa di tremendo, di assolutamente pestilenziale, più
dell'alito di un cammello in preda ad un attacco di cirrosi, più
delle scarpe di Gelindo Bordin dopo la maratona di New York, più
del bacio di Giuda, più del rigore sbagliato da Baresi nella finale
dei Campionati del Mondo, più di una ragazza di cui sei segretamente
innamorato che ti chiede come ti chiami e tu gli rispondi "V-V-Virgilio"
e ti chiami Ezio. Insomma accadde che...
Un bambino si alzò
dalla sedia e disse: "che noia!".
Una donna raccolse una mela
da un albero e la diede al suo uomo, e tutti i fantasmi furono costretti
a mangiare, bere, dormire, lavorare etc ,etc ,etc.
Un uomo guardò fuori
dalla finestra del castello e vide che c'era un fiore, uscì dal
castello, lo raccolse ed il castello svanì.
Ed il fantasma, costretto,
comincia a pensare.
2.
E allora?
E allora accade che non c'è
niente da capire, che il castello in cui stavate poco prima è svanito
nel nulla e sono rimaste solo le bollette da pagare.
Avete mai pensato a che cosa
succede quando un cosa finisce?
A quando una persona che avete
visto ogni giorno per anni improvvisamente non la vedete più, non
perché muore, ma semplicemente perché il castello in cui
abitavate non esiste più, la dimora dove ogni giorno vi scambiavate
idee, impressioni, invettive, non c'è più. Non è come
quando finisce un amore, è peggio. Quando finisce un amore restano
i ricordi, magari il rancore, magari da una delle due parti c'è
ancora amore. No, non resta niente quando svanisce un castello. Qua
qualche coccio che presto svanisce, lì un foglio di carta con un
numero di telefono che può appartenere a chiunque e a cui non telefonerete
mai, nemmeno per gli auguri di Natale. La, una fotografia in bianco e nero
di una persona di cui non ricordate il nome, che potrebbe essere ancora
viva, come potrebbe essere morta vent'anni fa, ma che un tempo abitava
con voi nel castello che è svanito.
La cosa più brutta
è il freddo che resta dentro quando un vago ricordo si riaffaccia
nella mente, quando si cerca di cullarlo per farlo restare il più
a lungo possibile, pur sapendo del male che vi state facendo. E' un freddo
mortale che entra fin nel profondo dell'animo per lasciarvi soli, tristi,
incazzati, nudi. Nudi!?!.
Ecco una parola che apre una
porta su un ricordo... diavolo è uno di quelli, uno di quelli freddi,
uno... Nudi... Eravamo in un letto nudi che parlavamo, forse avevamo
fatto l'amore... no, faceva caldo. Faceva caldo ed era inverno. Faceva
caldo, era inverno, ed eravamo nudi... Io e ... io e chi altro. Una donna..
Ehi questa si che è una novità. io e una donna, ed eravamo
nudi, ma non avevamo fatto l'amore, era inverno e non faceva freddo, anzi
faceva caldo. Eravamo in una casa - difficile che un letto sia per strada
- una di quelle vecchie, con soffitti alti, le persiane e non le tapparelle,
le porte che cigolano quando le apri, e mai quando le chiudi, chissà
perché? La donna era bella, oppure così me la ricordo...
sicuramente eravamo sotto le coperte, quelle di lana, con lenzuola di lino
profumate di pulito, come la pubblicità... il nome, non ricordo
il nome, è come se fosse un momento che non ho mai vissuto, eppure
è reale, lo conosco, l'ho fatto io, diavolo, l'ho vissuto io, non
qualcun altro, io....
Puff, svanito, tornato nel
passato, morto. Il castello in cui avevamo vissuto quel momento è
scomparso ed ora non ricordo nemmeno il nome. Elisabetta, Maria, Lorenza,
Raffaella... Marco, Mario, Bruno, Antonio...
Nomi senza volti, peggio volti
senza nomi, come le comparse dei film d'azione, arrivano, dicono una battuta,
vengono ammazzati e subito dimenticati dal pubblico. L'eroe dura per tutto
il film, la comparsa per un attimo, inutile a se stesso, ma utile solo
alla storia.
Vi ricordate il film 'Dove
osano le aquile', quello con Richard Burton e Clint Estwood che, durante
la seconda guerra mondiale, penetrano in una fortezza tedesca, appollaiata
su un picco alpino, per smascherare una rete di spie e liberare un generale
americano. Bene in quel film c'è una scena in un cui un soldato
tedesco, di forse vent'anni , viene ucciso dall'eroe americano, e mi ricordo,
nonostante avessi avuto forse dieci anni quando l'ho visto la prima volta,
che il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato: chissà
se ha mai fatto l'amore? Non credo che a quell'età capissi il significato
di quel pensiero, era dovuto solo al fatto che pochi giorni prima avevo
visto un altro film di guerra in cui un giovanissimo partigiano francese
diceva al suo compagno, poco prima di morire, "Non è giusto morire
senza aver mai fatto l'amore", o qualcosa del genere.
Ecco il soldato tedesco era
una comparsa, oltretutto dalla parte cattiva, la cui morte era solo una
parte insignificante di un più alto disegno, mentre quella del suo
coetaneo francese, identica sotto tutti gli aspetti, era la morte di un
protagonista che valeva la pena di essere ricordata. Eppure sono morti
tutti e due, e tutti e due avevano ricordi, fantasmi, pensieri. Tutti e
due avevano vissuto un loro castello.
Tutti e due avevano qualcosa
da dire a qualcuno.
3.
E allora?
E allora è sempre così.
Se scaviamo in fondo alle cose scopriamo che non esiste il buono, e forse
neppure il cattivo, che il male ed il bene lo possono capire solo coloro
che lo ricevono, e mai coloro che lo danno, che non esiste un unica ricetta
per vivere, ma, probabilmente, non ne esistono nemmeno due.
Vi sfido a dimostrare scientificamente
che la vita di Ghandi ha più valore di quella di Arturo Giobelli
, partigiano ucciso dai fascisti nel luglio del '44, e che quella del partigiano
ha più valore di quella di Fabrizio Nesta, repubblichino ucciso
dai partigiani nel Gennaio del '45. Impossibile!!!!.
Eppure da tutte le parti si
esalta qualcosa e si dimentica qualcos'altro, molto spesso lo si cancella
del tutto, come se fosse inutile. E' il gioco della parti, delle etnie,
delle comunità, della stessa famiglia. Noi, loro. I protagonisti,
le comparse. Bianchi e Neri.
Poi quando la parte svanisce...
Puff tutto quello che c'era dentro, andato. Alcuni ricordi si perdono altri
diventano maleodoranti muffe che danno solo fastidio, e appena possibile...
una mano di bianco e si ricomincia.
4.
E allora?
Silenzio. Dovete fare silenzio
per sempre. Dovete stare in silenzio, non dare fastidio e farvi da parte.
Tanto non ci siete, non esistete, non avete nulla da dire e da fare. Una
bella iniezione e via... Puff... Ricordi e basta, e spesso nemmeno quelli.
I barboni, i negri, gli ebrei, gli altri, i mussulmani, i cristiani, gli
atei, le streghe, i biondi, quelli a cui gli puzza l'alito, i bassi, i
mancini, le donne, gli uomini, le zanzare, i comunisti, i fascisti, i contadini,
i terroni, i proletari, i borghesi, i nobili, il clero, la terza età,
il terzo mondo, i marocchini, i polacchi, gli storpi, i lebbrosi, quelli
con i baffi e quelli senza, i cosacchi, gli abitanti del Kuwait, quelli
di Hiroshima e Nagasaki, quelli di Dresda e di Amburgo, i malati, le puttane,
i drogati, i sifilitici ... gli uomini e le donne di tutte le razze e religioni.
Puff... un iniezione e via... e liberiamo il mondo dalle parti, da tutte
le parti, da tutto.
E forse ricominciamo da capo.
E poi...
Guardiamo le nuvole passare.
La pioggia che arriva a pulire
il mondo.
Il silenzio di un milione
di anni passati.
Irrompe la monotonia di una
giornata.
Ermes ci osserva annegare
in solitudine.
Irrompe la noia di una nottata.
Aaron non esiste più.
E non cercate di capire cosa
sto dicendo.
Ciao luna chi canta per te
è fesso,
ciao stelle dormire sotto
di voi è scomodo.
Ciao fuoco, intorno a te cantano
i cowboy
sotto le stelle alla luna,
scomodi e fessi!
5.
E allora?
Niente.Ogni minuto passato
a pensare è un minuto perso per sempre, tanto il nostro pensiero
non conta nulla, qualcuno lo ha già fatto per noi, qualcuno di più
importante ha già elaborato teorie fondamentali e definitive,
sia esso un tassista, sia esso un filosofo.
Sono i fantasmi che hanno
detto le cose più importanti, sono loro che ti assalgono alle spalle
e ti spiegano la vita salvo poi scomparire per lasciarti solo. Sono loro
che ti dicono di fare, e tu fai, sudi, piangi, ridi, fai fatica... loro
dicono, tu fai, e pensi, ma se pensi perdi tempo, e se perdi tempo arrivano
i fantasmi e ti spiegano che è peccato, pensare è peccato,
pensare alle tette che è bello toccare è peccato, pensare
a quel sedere così pieno di se è peccato, pensare che domani
si è morti è peccato, pensare malinconici al tempo passato
è peccato.E allora ti incazzi, ma è peccato, mangi una mela
per passare il tempo ed è peccato, ti chiedi perché loro
pensano e tu lavori ed è peccato.
Vedi un fiore lo accarezzi,
lo guardi pensi e ad un sogno,
passa accanto a te un profumo
dolce
lo guardi e pensi ad un sogno,
e le luci della città
si spengono alle tue spalle,
mentre percorri il viale che
ti porta al lavoro,
le guardi e pensi ad un sogno
mentre il freddo ti entra
sotto i vestiti
lo guardi e pensi ad un sogno.
Anche oggi ti guarderanno
fare e tu farai,
anche oggi ti lasceranno fare
e tu farai,
anche oggi .....
la musica entrerà dentro
di te fino a farti male...
e tu forse sarai felice.
6.
E se fosse stato giusto bruciare
le streghe?
Ecco una prospettiva che,
ora, nessuno considera, nemmeno i discendenti di coloro che le streghe
le hanno bruciate, con o senza processo, sul serio.
Eppure una ragione ci doveva
pur essere. Io non credo nella fine psicologia politica di chi riteneva,
con quel tipo di gesto, di poter controllare meglio le masse o cose del
genere. Io penso che, forse, una ragione concreta, o magari una serie di
ragioni, doveva pur esserci tanto da portare delle persone a ritenere che
le streghe, gli eretici, i diversi fossero da bruciare, gli ebrei da sterminare,
i contadini e i capitalisti da far sparire.....
Ecco quello che mi manca sono
le opinioni a confronto. Insomma uno che dica: "Le streghe sono da bruciare
perché ...blabla blabla blabla" e uno che gli risponde: "Non condivido
la sua opinione perché ...blabla blabla blabla". Ma non lo potrò
mai sapere? Non potrò mai sapere che cosa spingeva i cristiani a
bruciare le streghe, eppure sono tutti ancora lì, che ci guardano,
ci giudicano e... ci perdonano... . Si Loro ci perdonano e non tengono
conto del disagio che gli abbiamo procurato nel farci bruciare, sterminare,
nascondere in fosse comuni (magari ancora vivi), processare etc etc etc.
Ed ecco che ritornano i fantasmi.Guardano
e non capiscono, leggono e non sanno leggere, pensano... e non sanno pensare.
Ed in un delirio di pressanti richieste di pace arriverà sempre
una voce a dire: "E se fosse giusto bruciare le streghe". E noi tutti di
corsa a preparare il rogo.
Mi sa che una ragione reale
ci doveva pur essere. Magari un giorno ce la faranno sapere.
7.
Magari un giorno.
Magari un giorno mi innamorerò
di te,
ma non ti amerò mai.
Magari un giorno.
Magari un giorno canterò
una canzone su te,
ma non sarà per te.
Magari un giorno.
Magari un giorno scriverò
un libro su te,
ma tu non lo leggerai.
In silenzio porterò
le mie labbra sulle tue,
toccherò i tuoi seni
e assaggerò il tuo ventre,
ma tutto questo non sarà
per te.
Magari un giorno.
Magari un giorno scoprirò
di essere nudo,
ma non ti amerò mai,non
potrei.
Magari un giorno.
Magari un giorno sognerò
di te
e tu sorriderai furiosa.
8.
A questo punto potrei parlare
di sesso, ma non lo faccio perché l'argomento è troppo intimo
per poter essere messo su delle pagine che vorrei fossero lette da tante
persone, comprese quelle che mi conoscono, e che potrebbero essere offese
dal mio modo di vedere le cose.
Ecco questa è una cosa
strana, più sono in intimità con una persona più ho
paura di svelare un lato del mio carattere che a questa persona potrebbe
non piacere. E' una specie di pudore che arriva proprio sul più
bello a fermare la completa confessione delle mie virtù e delle
mie perversioni.
Chiunque ha qualche perversione
segreta che si tiene nel cassetto, sia la voglia di mangiare caramelle,
che quella di restare casti e puri per tutta la vita, sia quella di provare
più piacere da soli che in compagnia, che quella di voler provare
ad andare a cavallo, sia quella di suonare la chitarra davanti a centomila
persone, che quella di nuotare nudi. Ecco cos'è la perversione?
E' guardare dal buco della serratura, è commettere un atto contro
natura, è gridare in un silenzio?
Perché devo nascondere
a tutti il fatto che mi piace guardare due belle tette. Perché vivo,
da sempre, il sesso, il mio sesso, come qualcosa di sporco. Poi perché
il sesso deve essere sporco e la castità pulita?
Ma non voglio parlare di sesso,
gli altri fantasmi potrebbero incazzarsi e tornare in massa per guardare
nel buco della serratura della mia stanza, e scoprirmi mentre accarezzo,
in silenzio, la mia chitarra, o leggo, spudoratamente, un libro di Harmony.
Potrebbero parlarmi con fare
suadente e dirmi che il mondo va oltre il mio piccolo orticello, che non
posso fermarmi ora, nonostante tutto, ma devo andare avanti e via la solita
valanga di luoghi comuni buttata addosso al mondo intero.
Ed io potrei anche crederci,
e piano piano smettere di essere contento di quello che sta nel mio cassetto
e considerarle veramente perversioni.
Le mie poesie, i miei sfoghi,
le mie donne, le mie canzoni, la mia voglia di dipendere da qualcuno,
la mia gola e tutte quelle cose che, a volte, chiamano peccati, ed altre
volte chiamano virtù.
I miei sogni nel cassetto
che non svaniscono mai, e sono lì a farmi compagnia, alla facciaccia
brutta di chi non ci crede.
Pubblicherò un libro
che tutti leggeranno.
Farò un disco che tutti
ascolteranno.
Passero un'indimenticabile
notte d'amore con Jody Foster per poi tornare dalla mia ragazza, che, guardandomi
imbronciata, mi dirà "e va be' ne valeva la pena".
Vincerò il titolo Italiano
di Basket battendo in finale la squadra allenata da mio cugino, il
quale, stringendomi la mano alla fine della partita, mi dirà "ha
vinto il più bravo".
C'è un bambino che ha
fame.
Qualcuno gli dia da mangiare.
Qualcuno gli dia da mangiare.
Ho perso la chiave del cassetto.
9.
C'è cenere dietro al
mio macinino da caffè.
C'è anche un po'di
grigio attorno ai miei capelli
e un bel po' di cadaveri impazziti
che ballano
alla luce sbiadita e calda
di una candela.
C'è noia nelle mani
della notte, la nostra notte.
C'è anche fame di vittorie
e sete di sconfitte
ed un sacco di belle promesse
fatte dai vinti
e dai vincitori all'indirizzo
degli osservatori.
C'è un bambino che muore
di fame, la vera fame.
C'è anche un disco
volante che si alza nella notte
e tutti a dare la colpa alla
noia di una follia estiva
mentre l'inverno ha il freddo
calore di una vita.
C'è luce nei tuoi occhi
che guardano dietro alla porta.
C'è la luce di chi
ama senza capire cosa sta facendo,
ed una sacco di bramosia per
avere qualcosa che,
quando avrai, sarà
solo qualcos'altro da dimenticare.
Ci sono sogni che guardano
alla sabbia di una clessidra.
Scende e non sale mai ad indicare
che qualcosa sta passando
scende e non sale mentre il
solito bambino muore di fame
e tu lo guardi tenderti la
mano e non sai cosa fare.
Buonanotte bambino!
Hai perso anche questa volta.
Buonanotte bambino,
spero tu possa nascere un'altra
volta
e che sia io a tenderti la
mano
e tu a non sapere cosa fare.
Buonanotte bambino.
10.
Cittadino poliziotto, giudice,
carnefice e già che ci siamo anche un po' ladro.
Ecco il cittadino ideale.
Che vigila, che giudica, con o senza processo, che mette in gabbia e poi,
per poter essere ricattabile in qualsiasi momento, ladro.
E' un pensiero che mi veniva
in mente stamattina riflettendo su cosa mi sarebbe successo se, assistendo
inconsapevolmente ad un delitto, non mi fossi accorto di quello che
avveniva e avessi continuato il mio da fare come se niente fosse. Immaginavo
il colpevole e la vittima dichiarare all'unisono che un tale era passato
di lì senza alzare un dito per impedire il delitto. E giù
titoli sul giornale in cui la vittima piangeva dell'ingiusta società
dove ognuno si fa i fatti propri, e non c'è spazio per un minimo
di solidarietà, e l'egoismo imperante, e bla bla bla bla. Il colpevole
del delitto poi era un emarginato, triste e silenzioso che faceva paura,
ma in un certo senso era costretto a far paura e bla bla bla bla. E la
colpa di tutto era la mia, che passavo di li, magari pensando abbondantemente
ai cazzi miei, non rendendomi realmente conto di quello che succedeva.
Ma non importa. Il vero colpevole ero io, che dovevo vigilare sul mio prossimo,
in un istante giudicare l'accaduto e già che c'ero intervenire a
punire il colpevole e consolare la vittima, per poi andare a lavorare,
come tutti i giorni, e pagare il 50, 60 per cento di ciò che guadagno
per stipendiare, vigili, giudici, secondini e ladri. C'è qualcosa
in tutto questo che non va. Forse sono io che non capisco, o che sono,
come sempre, superficiale ma ... . E' paradossale, ma mi aspetto che ognuno
faccia il suo mestiere e non ho mai visto un giudice di cassazione venire
da un mio cliente a fare un programma, andare in tribunale, giudicare
un reato, e già che c'è venire a casa mia per portarmi due
o trecentomila lire del suo onesto lavoro. Ma forse lo fa anche lui.
11.
E il fantasma disse: "allora
ci avete rotto il cazzo". Ed andò a dormire.
Ma non dormì neanche
un po', si mise a contare le pecore fuori dalla finestra e ne contò
milioni, ma non riuscì ad addormentarsi lo stesso. Allora si affacciò
alla finestra, e fu sera e fu mattino, ma non fu sonno e non fu risveglio.
Guardava fuori dalla finestra la moltitudine di uomini e donne affaccendati
in tutte le loro faccende, chi parlava, chi gridava, chi sognava, chi scopava,
chi faceva di conto e chi studiava il modo migliore per cantare l'Aida.
E fu sera e fu mattino, ma non fu sonno e non fu risveglio.
La notte passava e le stelle
parlavano di altri mondi e di altre promesse, di altri cavalli e di altre
pecore, ma nessuna mano di vernice riusciva a imbiancare nessun sepolcro,
tanto la solitudine regnava sovrana su quella collina. All'alba ecco uscire
a valle i milioni di esseri che brulicando si affaccendavano nelle loro
faccende senza mai posare lo sguardo verso la collina dove il fantasma
affacciato alla finestra stava pensando a tutte le cose che non c'erano
da fare ma che se anche le avesse fatte non avrebbero comunque portato
a nulla, tanto...(respiro). E fu sera e fu mattino, ma non fu sonno e non
fu risveglio.
Sempre le stelle a guidare
la mano ai naviganti, sempre i bambini più bravi a dormire e quelli
cattivi con le mani sotto le coperte sperando che la dolce Euchessina faccia
effetto, o che comunque le tette della governante finissero ciò
che la natura aveva iniziato, pensieri strani si fanno la notte! E la mattina
tutti a scuola, scimmiottando il maestro o la maestra nelle loro interminabili
teorie di vita. Tutti bravi a parlare, ma mai nessuno bravo a terminare
quello che aveva iniziato. Cavolo non mi ricordo chi erano "I cento giovani
e forti". Be sono morti e chi se ne frega, ma nessuno mi ha mai spiegato
veramente perché i contadini li avessero massacrati invece di unirsi
a loro, per liberarsi dal gioco tosto degli stranieri... (sospiro). E fu
sera e fu mattino, ma non fu sonno e non fu risveglio.
C'è una stella più
luminosa stanotte, pensò il fantasma affacciato alla finestra rivolta
verso la valle, ora, apparentemente priva di vita, ma comunque viva come
l'acqua di un fiume. Non è la luna eppure illumina la valle come
lei, non è una bomba , eppure fa lo stesso rumore, non è
amore eppure fa lo stesso disordine.Guardati le mani, guardati i piedi,
guardati allo specchio. Chiudi gli occhi è meglio non guardare stanotte
quello che sta succedendo, è meglio non guardare.Laggiù il
signore si è scordato di aprire gli occhi al suo popolo, laggiù
il signore si è scordato di inventare un sogno per il suo popolo.
Laggiù, signore, sta succedendo qualcosa e non so cosa. E nessuno
sa cosa...(orrore). E fu sera e fu mattino, ma non fu sonno e non fu risveglio.
Ogni alba ha sempre qualcosa
da raccontare a chi vuole ascoltarla. Non fosse altro che per gli uccellini
che cantano prima di diventare cibo. Se ascolti bene puoi sentire persino
il muto dialogo dei pesci, anche se il mare è lontano mille e più
miglia dalla tua faccia. Ma solo la notte puoi veramente capire quanto
fredda è la solitudine di un fantasma, di un ricordo, di una mano
posata nella tua, di un solo silenzio, di un sonno che non arriva e che
non vuoi che arrivi ... perché è tanto simili alla morte.
La morte..., chissà cos'è la morte per un fantasma ...(desiderio).
E fu sera e fu mattino, e fu sonno e non fu risveglio.
Triste dormire quando tutti
gli altri sono svegli.
Triste essere svegli
quando tutti gli altri dormono.
Triste.
12.
Ma sei certa di quello che
stai facendo.
Io non credo. Anzi credo proprio
il contrario. Questo affannarsi disperato alla ricerca di te stessa. Tanto
non ti trovi, per quanto puoi cercare, per quanto puoi sapere, non ti troverai
mai. Forse ti troveranno gli altri, magari appesa all'albero maestro di
qualche brillante ma inutile luogo comune.
E' ora di svegliarsi dal torpore
di una generazione abituata a prendere, è ora di cominciare a fare
altro. Diglielo ai tuoi amici, diglielo ai tuoi genitori. E' ora di svegliarsi
di uscire e ballare, se ne siete ancora capaci, di riprenderci tutte le
piazze che ci hanno portato via, di parlare, di sognare, di cantare, di
baciarsi, di sputarsi, di essere uomini e donne che finalmente vivono.
Ognuno nella sua disperazione, ognuno nella sua gioia.
E tu ci sei. Sarà mica
una piccola avversità a farti pensare così piccola, da farti
disperare. Vai, esci, la c'è qualcuno che ti guarda, gli piaci,
vai e parlaci, magari poi piacerà anche a te, magari no magari...
13.
Ma il fantasma guardò
nel mare e vide una foglia.
Era la sua vita passata che
veniva portata a riva dalla corrente.
- Ehi perché non
provi a raccontarla ?
- OK ci provo, ma voi
state a sentirmi con attenzione.
Vedere una stella cadente e
pensare a lei,
giocare con un pallone giallo
e pensare a lei,
guardare un tramonto e pensare
a lei,
non capire mai dov'è
il mare e pensare a lei.
Quanti anni ho,
quanti ne ho passati,
quanti ne passerò pensando
a lei.
Il mare porterà via
il mio corpo e i miei pensieri
la dove una goccia crea una
montagna.
E tu saprai darmi le cose
di cui ho bisogno?
Ed io saprò darti le
cose di cui hai bisogno?
Svegliarsi la mattina e pensare
a lei,
cantare una canzone e pensare
a lei,
suonare una chitarra scordata
e pensare a lei,
cosa posso fare domani e pensare
a lei.
Una storia per poterla raccontare
bisogna viverla, o almeno pensare di averla vissuta, altrimenti il freddo
che alimenta le nostre parole potrebbe prendere il sopravvento e impedirci
di capire realmente cosa sta succedendo.
Ogni storia poi deve avere
dei personaggi, ed almeno uno deve essere talmente reale da giustificare
le parole che dice.
Ti amo...
Vorrei appoggiare la mia testa
sul tuo seno e piangere
vorrei che tu...
L'altra sera ho capito cosa stava succedendo, mi aggiravo da solo per un viale alberato ed ho visto improvvisamente un gatto che mi guardava curioso. Piano piano ho cercato di avvicinarmi a lui per poterlo vedere meglio, ma lui ha preferito andare via , forse a cercare del cibo...
Ti guardo...
Vorrei avere le mie mani nelle
tue e ridere
vorrei che tu...
Ogni giorno che passa leggo le mie vecchie poesie per ricordare come si fa a non pensare a nulla, ma l'unica cosa che riesco a fare e pensare a tutte le porcherie che ho fatto, e alla solitudine di chi resta a guardare un piatto pieno solo di belle parole, pieno di te.
Ti sogno...
Vorrei avere un soldo per
ogni volta che ti ho pensata
vorrei che tu...
Le nostre parole le porta via il tempo. Scriviamo, scriviamo di noi e mai di voi, e tutti, dico tutti, cerchiamo di sopravviverci a vicenda. Ma il silenzio di una notte con le mani sporche di sangue non vale il sapore di un tuo bacio. Ferma il mio mondo, ferma il tuo mondo, lascia che possa guardarti mentre sorridi.
Ti cerco...
Vorrei dirti ti amo mentre
tu in silenzio mi guardi
vorrei che tu...
vorrei che tu mi guardassi
come io guardo te...
E oggi non c'eri, e mi mancavi.
14.
Se bastasse un rosa a descrivere
un pensiero il fantasma sarebbe sincero.
"Ma che cazzo stai dicendo?"
- disse l'amico fraterno.
"Bo!" - rispose Marturano
da Roncisvalle, primo conte della pianura e secondo principe del foro del
Frejus - " era un pensiero che mi è passato per la mente ed
ho dovuto citarlo"
"Proprio una bella cazzata?"
- incalzò l'amico fraterno e preso un archibugio sparò a
Marturano, primo conte della pianura e secondo principe del foro del Frejus.
15.
Ma tutte le persone che mi
guardano pensano che...
Sarebbe ora di parlare della
malattia, ma non ne ho proprio voglia. Una malattia subdola, che viene
e va, che arriva da dietro una porta e si insinua piano dentro al tuo cervello
e tu... Cominci a muoverti piano, ti prude un piede e ci pensi, senti uno
strano scalpiccio in un orecchio e ci pensi, ti trema la mano di fronte
al suo seno... e ci pensi. Ci pensi.
Per me è tutto
li, nel mio pensiero. Cammino, se voglio corro, se ne ho voglia posso anche
ballare, ma appena sento una mano sfiorarmi la nuca ci penso. Anche se
non voglio farlo, ci penso.
Ho scoperto che gli altri
possono darti molto, a patto che tu sia disposto a consegnarti a loro nudo
e felice di esserlo. A patto che tu sia come una spugna, pronto ad assorbire
ogni cosa ti venga detta senza mai ribellarti, pronto a dare un consiglio,
se richiesto, un assenso, se voluto.
Ma... a chi posso parlare
di quello che ho dentro veramente. Alla paura che gela le mie spalle ogni
volta che penso a quello che mi può accadere, alla voglia di urlare
ti odio o ti amo o che cazzo ne so d'altro.
Poi succede che si perde e
non si ha il coraggio di dire "è colpa mia".
Anche una malattia diventa
questione di vincere o di perdere.C'è una palla a due e poi si comincia
a giocare, se sei furbo vinci, se no perdi e se perdi non c'è nessuno
che possa venire in tuo soccorso, perché giochi contro te stesso
e nessuno può salvarti da te stesso.
C'era una volta un RE.
C'era una volta un REGINA.
C'era un mucchio di gente
al loro matrimonio.
Ehi, versami da bere.
16.
"Ebbene si è successo:
mi sono innamorato", pensò il fantasma...
L'ha guardata negli occhi
un attimo, voleva semplicemente chiederle cos'era successo e improvvisamente
ha pensato a quanto era bella, una semplice reazione biochimica, ma la
sera tornando a casa fischiettava, pensava a lei e si sentiva... stupido,
pensava a lei e... Diavolo un fantasma non si può innamorare, non
ha senso che tipo di amore può dare una persona che non esiste,
che nessuno vede e nessuno vuol vedere come tale. Lui è, e resta,
un fantasma, solo quello.
Eppure il mare è bello.
Eppure se guardo i tuoi occhi
fuggo per non tornare
e mangiare una mela con te
basterebbe a farmi dire...
Mi sono innamorato e penso.
Sto solo sognando un uccello
nero che passa sulla mia testa
grande e cattivo, stupido
come solo chi è grande sa essere.
Eppure il mare è bello.
E ai primi caldi è
bello parlare con te sulla riva del mondo
con le stelle a far da pacere
e nessuno che sappia tacere.
Dormi e non pensare cazzone
di un fantasma.
17.
Qualcuno sorride alle tue spalle
e tu gli ridi in faccia!
Udite udite coglioni qua fuori
sta succedendo di tutto, e voi non ve ne accorgete. Voi votate e vi siete
lavati la coscienza. Voi cantate e pensate col canto di essere apposto.
Ma mai ascoltare, mai ascoltare cazzoni. Con cosa credete di fermare l'avanzata
di chi ha fame. Con le leggi.
Non avete capito proprio un
cazzo, l'avanzata dei disperati la fermerete solo con le armi o con l'umiltà
di chiede scusa e si rimbocca le mani per cambiare veramente, ma
ne la prima ne la seconda possibilità sono nelle vostre mani turpi
mentecatti e allora sarete spazzati via dall'orda furente di chi ha fame
e poi ... forse, chi resta, ricomincerà.
Non credo in quello che dite.
Non ci credo e saremo ricordati come i mentecatti che hanno lasciato il
mondo molto peggio di come lo avevano trovato.
18.
Un pensiero nel profondo mistero del mio cuore. Ma non basta guardarti. Non basta pensarti, non basta toccarti.
"Penso di essermi innamorato
di te", disse il fantasma.
"E chi se ne frega", rispose
la piccola fiammiferaia...
"Ma io ti a.a.amo", balbettò
il fantasma
"Ed io no" rispose la piccola
fiammiferaia, ed accese il primo cerino...
Alla luce fioca della tenue
fiammella apparve una maga che disse: "Perché mi hai chiamata?"
e l'eremita rispose: "La vita sta andando mia adorata amica, vorrei la
tua compagnia prima di congedarmi dal mondo, vorrei raccontarti delle navi
di Iside che solcavano, imperiose, tutti i mari dell'oriente prima del
grande gelo, vorrei raccontarti le avventure dei miei amici dalla pelle
d'argento alla disperata ricerca della loro principessa alata, vorrei raccontarti....".
E l'eremita morì prima di riuscire a raccontare altro, allora la
maga lo baciò sulla fronte , spense la tenue fiammella e nel buio
camminò verso l'unica stella presente nel cielo intonando una triste
canzone.
"Ogni pensiero segue il suo
sogno. Ogni sogno muore con il suo pensiero".
"E se invece di essere un fantasma
fossi un principe mi ameresti?"
"E se fossi una donna invece
di una piccola fiammiferaia tu mi lasceresti in pace?", ed accese il secondo
cerino....
"Comandante abbiamo trovato
un relitto nella baia". "Impossibile" rispose Marquez al fido Junos, "siamo
i primi a navigare per questi mari, nessuno mai avrebbe potuto precederci".
"Eppure è li comandante", incalzò Junoz, "abbiamo cercato
di salire a bordo, ma improvvisamente il mare si è ingrossato e
siamo dovuti tornare indietro, sembrava una vecchia caravella portoghese,
due sole lettere del nome siamo riusciti a leggere, le altre probabilmente
le ha cancellate il tempo , c'era una S ed una A".
"Tornate al relitto appena
il tempo sarà cambiato e fatemi sapere".
Il fido Junoz uscì
dalla cabina del comandante. Il comandate spense la candela e quella notte
sognò un vecchio amore che aveva lasciato tanti anni prima nel porto
di Agistu, ai confini dell'impero, e svegliandosi di soprassalto
gli venne in mente un triste canzone che cantava sempre camminando verso
l'unica stella presente nel cielo.
"Ogni amore è solo
un insieme di ma, Ogni ma segue il percorso del suo amore"
"Mi sono innamorato di te",
disse il fantasma.
"Ho appena cambiato maglietta",
rispose la piccola fiammiferaia...
"E questo cosa significa",
disse il fantasma
"Che devi sparire", rispose
la piccola fiammiferaia, accendendo il terzo cerino...
"Figliolo non devi abbandonarti
alla disperazione, devi essere forte ed affrontare ogni avversità
con la certezza di essere sempre il più forte, il più bravo,
il più cattivo. Solo così potrai affrontare ogni avversario
sicuro di sopraffarlo con la forza del tuo pensiero, con la forza della
tua luce interiore, con la forza...", "delle tue cazzate" interruppe l'adepto
il suo maestro e voltatosi verso la porta scrollò le ali e spiccò
il volo verso l'unica stella che brillava nel cielo, spegnendo per sempre
la tenue fiammella che ardeva nel cuore dell'orgoglioso insegnante. La
canzone sempre la stessa, in ogni parte dell'universo, sempre uguale a
far da sfondo.
"Ogni uomo cerca la sua donna
in se stesso,
Ogni uomo trova la sua donna
negli occhi di un attimo
Retto osserva senza sussurri
attento nella attesa
il marinaio.
Sente insensate le vili inutili
attese
il comandante.
Nulla accade. Una sola insicura
certezza attende ancora
la nave.
Via inutili attimi, morti
odiose, malferme attenzioni
lasciatemi da solo"
"Sei certa di non amarmi" disse
il fantasma.
"Non lo so " disse la piccola
fiammiferaia e buttò via una scatola vuota di cerini.
19.
Ed oggi ho scoperto quanto
sei bella.
Qualunque cosa fai, qualunque
cosa dici.
Forse ti ho guardato come
non ti ho mai guardata,
forse la luna era così
bella cha ha fatto volar via i miei pensieri
ed osservandoti senza essere
visto ho scoperto
che non potrei fare a meno
di te.
Chiunque tu sia
qualunque cosa tu faccia.
Oggi ho scoperto quanto sei
bella.
"Piantala deficente", disse
la piccola fiammiferaia, e non accese nessun cerino perchè li aveva
finiti.
20.
Come deve finire una storia?
Una storia mai raccontata
ed appena vissuta, di quelle storie che non entrano nei libri, che non
sono storie d'amore, ne d'avventura, ne di politica. Sono storie come milioni
di altre storie, colte a volte rubando parole da una corversazione di due
estranei mentre si beve un caffè al bar, oppure percepite nello
sguardo di qualcuno che sembra dire "hai voglia di starmi a sentire un
po'?".
Ecco come deve finire la storia
di un fantasma, con la morte, la scomparsa, il quieto vivere di una "piccola
città bastardo posto" , il lieto fine di una novella per bambini.
Se la storia è una
storia d'amore potrebbe finire con un ci amiamo od un ti amo, se fosse
un'avventura potrebbe finire con la salvezza o con una tragedia, se fosse
politica, con l'elezione o meno, ma se fosse semplicemente una storia,
una storia qualsiasi in cui c'è solo la vita di un fantasma che
inizia con la morte di qualcuno e finisce con..., con che cosa finisce.
Un MA, un giorno, ha svegliato
un fantasma che ha cominciato a parlare di tutto quello che voleva, poi
il fantasma non riusciva a dormire, poi si è ammalato e poi si è
innamorato, poi....
E poi cosa. Poi continua,
le nostre storie finiscono in un modo solo, penso, una lapide con su scritto
'nato il...', 'morto il...' e una frase scontata possibilmente in latino.
Ma questa non è un
fine degna di una grande storia, e poi i fantasmi non muoiono, sono già
morti, al limite possono restare fermi a guardare un'immagine che non arriva
mai al dunque, tipo un salto che non arriva mai al suo apice, un
tiro che non arriva mai al canestro, od una strada che non finisce mai.
Ma deve poi avere una fine
una storia, soprattutto una storia mai raccontata. Se proprio deve averla
questa fine mettetecela voi e fatela finire come meglio credete.
E fu sera e fu mattino, e fu
sonno...