16/9/81

Sto male.

C'è qualcosa nel cielo  (4/81)
sembra qualcosa di noto
forse simile alle note del tempo.

Mi ricordo di Jack,
il suo viso era rosso,
bruciato dal sole di una terra inospitale.
Le sue mani erano sudate e dure,
i suoi occhi vuoti e lontani,
le sue gambe rigide e ferme...
avrei voluto parlargli,
grazie.
Forse mi pareva più alto.

Mi ricordo della casa che costruì,
era fatta come tutte le altre,
aveva una porta rossa e due finestre verdi,
un tetto nero, un camino bianco
con il fumo che saliva
vinto da un vento sempre uguale;
avrei voluto parlargli,
grazie.
Forse mi pareva più solo.

Mi ricordo la sua macchina,
la curava con amore,
aveva quattro portiere, la radio,
toccava i mille
con la strada in salita
ed il cielo già chiaro...
avrei voluto parlargli,
grazie.
Forse mi pareva troppo vero.

Mi ricordo la sua donna,
era bella come tutte le altre,
aveva i capelli biondi
e dei meravigliosi occhi grigio-azzurri,
cucinava veramente bene,
era patetica nella sua perfezione.
Avrei voluto parlarci, farci l'amore...
Grazie.
Cosa mi avrebbe detto.
Il sole è all'orizzonte,
sta scendendo lentamente,
come ogni giorno, da milioni di anni,
sempre uguale,
senza mai una sbavatura,
senza mai un incertezza.

IL TEMPO SI RIPETE SENZA TREGUA

una nota di disordine,
la nostra risata.
 
 
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