Sto male.
C'è qualcosa nel cielo
(4/81)
sembra
qualcosa di noto
forse
simile alle note del tempo.
Mi ricordo
di Jack,
il suo
viso era rosso,
bruciato
dal sole di una terra inospitale.
Le sue
mani erano sudate e dure,
i suoi
occhi vuoti e lontani,
le sue
gambe rigide e ferme...
avrei
voluto parlargli,
grazie.
Forse
mi pareva più alto.
Mi ricordo
della casa che costruì,
era
fatta come tutte le altre,
aveva
una porta rossa e due finestre verdi,
un tetto
nero, un camino bianco
con
il fumo che saliva
vinto
da un vento sempre uguale;
avrei
voluto parlargli,
grazie.
Forse
mi pareva più solo.
Mi ricordo
la sua macchina,
la curava
con amore,
aveva
quattro portiere, la radio,
toccava
i mille
con
la strada in salita
ed il
cielo già chiaro...
avrei
voluto parlargli,
grazie.
Forse
mi pareva troppo vero.
Mi ricordo
la sua donna,
era
bella come tutte le altre,
aveva
i capelli biondi
e dei
meravigliosi occhi grigio-azzurri,
cucinava
veramente bene,
era
patetica nella sua perfezione.
Avrei
voluto parlarci, farci l'amore...
Grazie.
Cosa
mi avrebbe detto.
Il sole
è all'orizzonte,
sta
scendendo lentamente,
come
ogni giorno, da milioni di anni,
sempre
uguale,
senza
mai una sbavatura,
senza
mai un incertezza.
IL TEMPO SI RIPETE SENZA TREGUA
una nota
di disordine,
la nostra
risata.
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