9/10/81

Non c'è molto da dire,
meno del previsto,
non ho che un giorno in più
e devo anche abituarmi a questa nuova penna.

Il limite è domani.

Di nuovo sai cercare,
e di nuovo sai volere qualcosa,
cosa sai di nuovo...?

Ti hanno portato qualcosa per coprirti,
un'opera che inseguivi da tempo,
cosa è poi di nuovo?

Cosa ci vuole a distruggere un ombra,
o a rendere nemico un amico,
niente di nuovo dal fronte.

Bello è sentire il soffio di un attimo,
certo non è come una vita,
Una nuova desolazione.

Terre, mari,
vorrei scoprirne di nuovi
dove uomo non ha mai messo piede...
Tempo.

Nuovi scrittori e nuovi scritti,
cambieremo il paesaggio alla luna,
una luna che pare non esserci...
Grandi momenti.

Ritmo e tempo,
la pioggia che cade portando frasi,
frasi che nascono senza poesia,
poesia che torna senza paura.

Paura è solo una parola,
il coraggio è di chi ha paura,
con ovvio pensiero alla fine,
il tutto non è poi che niente.

Qual'è la funzione di una stazione?
Quale quella di DIO?
L'irriverenza di un confronto.
Non ho paura di voi.

Tutto sa continuare con duplice scadenza,
una è la morte,
l'altra è una ricerca di che cosa non so.
Forse Dio, oppure è solo sesso,
o magari la giovinezza che va.

O la vecchiaia che viene,
come un compito a scuola,
un compito che non sai svolgere,
che nessuno ti ha mai spiegato bene,
come canti bene maestra mia.

Certo che è facile scrivere,
mettere parole una dietro l'altra,
poi c'è tanta gente che lo fa...
e se leggi qui...
scrivimi ti risponderò bello mio.

Ogni tanto si appare il ricordo di lei
e allora mi fermo a pensare,
so perfettamente che è inutile,
ma non mi tocca smettere,
sarà per un'altra volta.

La vita vale cento giorni al cinema,
posto dove sai sempre come va a finire,
eppure a me piace stare a guardare
quei due che scopano...
sono un maniaco che vige...
alla ricerca di un occasione mancata.

La moda che tutti ed ognuno seguono,
la massificazione di singoli atteggiamenti.
Mente che lavora sodo...
Non è così facile studiare,
ma io un giorno ce la feci...
La cacca ancora è perenne.

Così anche se spesso sono avvicinato dal suo ricordo,
preferisco guardare i tuoi occhi ora,
il rifugiarsi nel passato è solo una scusa
e penso che sia giusto cambiare,
certamente in meglio,
se no è inutile, forse pace.

Ammiro l'uso che hai fatto di quell'aeroplano,
lo hai montato assai bene,
ma io preferisco le donne a te maschione,
anche se tempo fa un mio amico mi fece una sega.
C'è gente che è viscida come un gatto
ma non è egualmente affascinante.

Cosa si può continuare a dire,
le frasi fatte le hanno inventate i pollaioli.
Io a volte cerco di fare il poeta,
anche se sento la tua mano che mi schiaccia,
e vorrei dedicare tutto a chi è morto,
perché ha già scoperto l'alto dilemma
oppure ci è rimasto fregato.

Grandi sogni seguono la mia mente,
gigantesche esibizioni, e concerti memorabili,
le tasche piene,
e perché no, il cervello a corto di idee.
Ma chi è che guida la mia mano,
se non un cervello malato e stanco,
un cervello penoso e pensoso.

Assai lontana potrebbe essere la meta,
c'è gente che corre da parecchi anni,
c'è pure chi ha provato a raggiungerla.
Anche se so perfettamente che è tutto da rifare,
a te ti salverei, ma solo perché stai leggendo
ciò che io ho scritto,
scritto solo e assolutamente per te.

Non l'ho fatto per farti riposare,
né per distrarti dopo una giornata di lavoro,
neppure idealmente per farti pensare
solo per farti dire "ma che cazzo faccio".
Io intanto ti volterò le spalle
per non vedere le smorfie del tuo viso,
e, se potrò, cercherò di cantare con te.

Che noia mortale è il tuo seno,
l'ho già visto almeno mille volte
fosse almeno fosse bello e appetibile.
Ma cosa vuoi che me ne freghi ancora.
Lavati ti prego,
emani una puzza nauseabonda,
più tardi magari,
più tardi.

Il sesso? Tu dici che è importante?
Hai perfettamente ragione,
non c'è cosa più bella che fottere,
e anche farsi una sega non è brutto.
Stanno parlando di abolire la scopata,
di togliere ogni piacere alla vita,
sono pazzi bisogna fermarli subito,
ma presto prima che sia troppo tardi.

Che cosa sarebbe un mondo senza futuro,
avete mai letto 1984?
Ma un futuro che si preannuncia brutto
penso che sia molto peggio,
Forse vincerai un premio bella,
forse sarai la prima a vincere per la tua nuova testa,
ma lasciami dire la verità,
sei odiosa al punto che ti ucciderei.

Così per finire vi dico che urlo,
urlo per non farla mai finita,
urlo la gioia o se mai la noia,
urlo il dolore e caso mai la morte.
Non ho mai pianto per te bella,
non lo vorrò mai fare,
ma se un giorno deciderò di cantare,
ti giuro non sarà merito tuo.

Ma per concludere ci vuole un'idea nuova,
un crescendo di immagini e paure.
Penso che la cosa non sia facile da fare,
così credo che proporrò una nuova gara.
Dieci minuti di paura e terrore,
Dieci minuti per smettere di gioire.
Tutto sarà per giorni e giorni duro,
ma i benefici si vedranno alla fine,
quando tutti si ribelleranno e vi spaccheranno il muso.

Tutto sta a non smettere mai,
neppure con il vizio del fumo,
perché il dolore è dato solo alla fine.
Oppure è uno strano pensiero,
quel vizio assurdo che si chiama vita,
come scrisse
tempo fa, di certo,
ore fa, come non mai,
adesso.

Non credo che ti vestiresti mai da soldato,
tu sei una donna e puoi non farlo,
è comodo dire ti odio, ma tu sei migliore?
Lotta dura senza paura,
slogan che si sono persi per scarso senso,
solo dei nostalgici ancora, a volte, li ripetono.
Ieri ho  visto fasci e dp che si picchiavano,
per che cosa; tanto lo sanno
che la merda c' è per tutti.

Ma la rassegnazione va condannata,
e tutti lo fanno ogni giorno,
da sempre e per sempre,
comunque io non sono tanto forte e i deboli muoiono.
Bisogna abolire la legge del più forte,
è una carognata bella e buona',
bisogna abolirla prima che sia troppo tardi,
prima che i deboli periscano,
ed allora si cercheranno altri deboli.

Non ho mai scritto tanto,
e forse non avrei mai dovuto farlo,
ma è certo che sono stanco
e la penna non scivola più come prima.
Parole una dopo l'altra,
così come sgorgano dalla mia mente,
senza una censura interna,
che è poi la cosa più terribile,
Ma poi domani sarò contento di ciò che ho fatto,
oppure non capirò la mia scrittura.

Ancora un po' di noia,
solo un po' di vendette per la vita,
la predica è l'abbandono,
la fine è il smettere di rifiutare.
L'anarchia di quella gente è solo,
come ogni volta si è detto,
la legge del più forte.
La mia è quella del più debole,
di chi ha paura di un pugno,
perché da sempre anarchia è amore.

E tu leggerai questo mio libro,
forse lo intitolerò con il tuo nome,
di certo lo chiamerò come sarà.
Brillano ancora i tuoi occhi
o erano solo lacrime di coccodrillo.
Sono stato un folle a pensare che mi amavi,
sono stato un folle a cercare di seguirti,
il mio mondo è così diverso dal tuo,
e per niente complementare.
La mia anarchia è l'aiuto.

Così anche questa serata è finita,
Come un diario scritto appena io ti saluto.
Certo ora tu ti starai facendo uno spinello,
io non l'ho fatto mai,
e forse non lo farò mai.
Non sono uno scemo ne altro,
sono solo un po' stanco e vorrei riposarmi.
Ti auguro un po' di bene piccola mia
e se un giorno tornerò a credere pregherò per te.
Sei così stupida che hai bisogno di un santo dalla tua

Oggi ho scoperto che non sono poi così stanco.
E' un cielo che si apre,
ed una montagna a mezzanotte.
 
 
 
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