I manifesti sono visi di carta
che non dicono nulla e che
nessuno più guarda,
colori accesi dentro i vicoli
scuri
sembrano un urlo quelle carte
sui muri.
Giorno d'estate, giorno fatto
di vuoto
giorno di luce che non si
spegnerà
sembra d'andare in un paese
remoto
chissà se in fondo
c'è la felicità.
Un gatto pigro che si stira
sul muro
sola cosa che vive, brilla
al sole d'estate;
si alza nell'aria come un
suono d'incenso
l'odore di tiglio delle strade
alberate.
Giorno d'estate, giorno fatto
di niente
grappoli d'ozio danzan piano
con me.
Il sole è un sogno
d'oro ma evanescente
guardi un istante e non sai
quasi se c'è.
Dentro ai canali l'erba grassa
si specchia
cerchi d'ombra e di fumo sono
voci lontane
nell'acqua il sole con un
quieto barbaglio
brucia uno stanco gracidare
di rane.
Giorno d'estate senza un solo
pensiero
giorno in cui credi di non
essere vivo,
gioco visivo che non credi
sia vero
che può svanire svelto
come un sorriso.
Vola veloce ed iridato un uccello
come un raggio di luce da
un cristallo distorto,
vola un moscone e scopre dietro
un cancello
la religiosa sonnolenza d'un
orto.
Marco Giunco |
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