Il Frate - Francesco Guccini

    Lo chiamavano "il frate"
    il nome di tutta una vita,
    segno di una fede perduta
    di una vocazione finita.

    Lo vedevi arrivare
    vestito di stracci e stranezza,
    mentre la malizia dei bimbi
    rideva della sua saggezza.

    Dopo un bicchiere di vino
    con frasi un po' ironiche e amare,
    parlava in tedesco e in latino
    parlava di Dio e Schopenhauer.

    E parlava, parlava
    con me che lo stavo a sentire
    mentre la sera d'estate
    non voleva morire.

    Viveva di tutto e di niente
    di vino che muove i ricordi,
    di carità della gente
    di dèi e filosofi sordi.

    Chiacchiere d'un ubriaco
    con salti di tempo e di spazio,
    storie di sbornie e di amori
    che non capivano Orazio.

    E quelle sere d'estate
    sapevan di vino e di scienza,
    con me che lo stavo a sentire
    con colta benevolenza.

    Ma non ho ancora capito
    mentre lo stavo a ascoltare,
    chi fosse a prendere in giro
    chi dei due fosse a imparare.

    Ma non ho ancora capito
    fra risa per donne e per Dio,
    se fosse lui il disperato
    o il disperato son io.

    Ma non ho ancora capito
    con la mia cultura fasulla,
    chi avesse capito la vita
    chi non capisse ancor nulla.

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    Marco Giunco
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