I tuoi pensieri un po' ubriachi
danzando per le strade si allontanano:
ti son sfuggiti dalla mano,
e il giorno sembra ormai così lontano.
Mattino, notte, hai perso
il tempo, la malinconia ti sembra di toccarla,
ma forse è l'ora dell'avvento
e chiami l'ironia per aiutarla.
E forse c'è qualcuno
che ora muore, e forse c'è qualcuno che ora nasce,
qualcuno compie un crimine
d'onore, passeggiano sui viali le bagasce.
Bagasce sono i tuoi ricordi,
che fra canzoni e vino ti disturbano,
che ti molestano pian piano,
e il giorno sembra ormai così lontano.
Mattino, notte, cosa importa?
I giorni sono nuvole distratte.
Suonerà l'ora alla
tua porta, e l'orologio è il sangue tuo che batte.
Quando verrà il tempo
di partire l'ora avrà il medesimo colore.
Sembra sempre un poco di morire
nel momento eroico dell'amore.
Se ridi o piangi è sempre
uguale, le cose nel ricordo poi si sfumano,
Il sacro si unirà al
profano e il giorno sembra ormai così lontano.
Mattino, notte, dentro e fuori,
sei certo o cerchi la consolazione?
Son bianco e nero, o son colori,
o facce ambigue della tua prigione?
Cerchi sempre ciò che
ti è lontano, dopo dici: "Tutto è relativo",
ma l'ironia e il dolor dicono
invano che sei certo solo di esser vivo.
Ma c'è ancor tempo
per pensare, per maledire e per versare il vino,
per pianger, ridere e giocare,
e il giorno sembra ormai così vicino.
Marco Giunco |
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