C'era buio nella stanza, di
malato un greve odore
e una lieve, pazza, danza
di mosconi in amore;
lievi ronzan le preghiere,
poi qualcuno se n'è accorto:
si alzò, croce nella
sera, slo un chiaro grido: "È morto!" Restò...
solo qualcosa che volò
nell'aria calma e poi svanì per dove non sapremo mai.
Svelti accorrono gli astanti:
"Com'è morto?", "Com'è andata?"
Sfrigolava ormai sui piatti
la candela già bruciata;
gli composero le braccia,
si ravviò la rada chioma;
ondeggiava sulla faccia del
rosario la corona: restò...
solo qualcosa che volò
nell'aria calma e poi svanì per dove non sapremo mai.
Si frugò dentro ai ricordi
di una vita ormai finita,
si guardò dentro ai
cassetti colmi di carta ingiallita:
"Questa foto è per
la figlia." "L'orologio qui a chi tocca?"
"Meglio gli chiudiate gli
occhi." "Meglio chiudergli la bocca." Restò...
solo qualcosa che volò
nell'aria calma e poi svanì per dove non sapremo mai.
Si riuniscono i parenti, si
rincorrono i ricordi,
già si parla delle
spese, già si senton pianti soldi:
qualche spicciolo lasciato
provocò parole accese
che volarono sul letto e copriron
le candele; restò...
solo qualcosa che volò
nell'aria calma e poi svanì per dove non sapremo mai.
Uno schiaffo fa tacere anche
i giochi dei bambini,
son calate le serrande, neri
sfilano i vicini.
Le ghirlande hanno gettato
la tristezza sulle scale,
fra i parenti addolorati se
ne scende il funerale, restò...
solo qualcosa che volò
nell'aria calma e poi svanì per dove non sapremo mai.
Una vita: quante cose dice
il prete in due parole;
lo ringraziano gli astanti,
via l'inverno, c'è già il sole,
chiacchiere, risate lievi,
vanno per il cimitero,
restan fiori, tombe, scritte,
resta al vento un drappo nero, restò...
solo qualcosa che volò
nell'aria calma e poi svanì per dove non sapremo mai
Marco Giunco |
Work | Basket | Music | Words |