Poi mi decido e avanzo tra
la folla
e con un fischio invito la
più bella;
lei mi stramazza sulla spalla,
poverina,
quell'odor di brillantina
è il profumo dell'amor
e mentre il tango dolcemente
vola
sussurro piano: "bambola il
tuo nome!"
Risponde dolce: "Sguazzinelli
Argia,
sto qui in fondo alla via
al centoventitré."
(Dimenticavo: olé!)
Bello, con la mossa, olé,
dell'anca!
Bello, mentre turbina la danza;
bello con lo sguardo vellutato
ed il labbro corrucciato
e la voluttà nel cor!
La stringo forte in una spastica
carezza
e nello spasimo una costola
si spezza,
ma che m'importa, poiché
sono quasi un mito:
questo è il minimo
tributo che una donna pagar de';
(Sono fatale! Olé)
Tace il violino, si tace la
chitarra,
sazio d'amore la risbatto
sulla panca,
lei sta piangendo il suo dolore,
poverina,
quell'odor di brillantina
non scorderà mai più.
Mentre la notte tenebrosa
impera
risalto al volo sulla mia
Gilera:
per questa sera ho troppo
amato, e sono stanco,
la notte tutta in bianco non
posso far perché
sono anemico! Olé!
Marco Giunco |
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