Cadon come foglie o gli ubriachi
sulle strade che hanno scelto,
delle rabbie antiche non rimane
che una frase o qualche gesto.
Non so se scusano il passato,
per giovinezza o per errore, non so se ancora desto in loro
se m'incontrano per forza,
la curiosità o il timore.
Io ora mi alzo tardi tutti
i giorni, tiro sempre a far mattino,
le carte poi il caffè
della stazione per neutralizzare il vino;
ma non ho scuse da portare,
non dico più d'esser poeta, non ho utopie da realizzare
stare a letto il giorno dopo
è forse l'unica mia meta.
Si alza sempre lenta come un
tempo l'alba magica in collina,
ma non provo più quando
la guardo quello che provavo prima,
ladri e profeti di futuro
mi hanno portato via parecchio, il giorno è sempre un po' più
oscuro
sarà forse perché
è storia, sarà forse perchè invecchio.
Ma le strade sono piene di
una rabbia che ogni giorno urla più forte,
son caduti i fiori e hanno
lasciato solo simboli di morte.
Dimmi se son da lapidare,
se mi nascondo sempre più, ma ognuno ha la sua pietra pronta
e la prima, non negare, me
la tireresti tu.
Sono più famoso che
in quel tempo quando tu mi conoscevi,
non più amici, e un
pubblico che ascolta le canzoni in cui credevi,
e forse ridono di me, ma in
fondo la coscienza pura, non rider tu se dico questo
ride chi ha nel cuore l'odio
e nella mente la paura.
Ma non devi credere che questo
abbia cambiato la mia vita;
è una cosa piccola,
di ieri, che domani è già finita,
son sempre qui a vivermi addosso,
ho dai miei giorni quanto, basta ho dalla gloria quel che posso
cioè qualcosa che andrà
presto quasi come i soldi in tasca.
Non lo crederesti: ho quasi
chiuso tutti gli usci all'avventura,
non perché metterò
la testa a posto, ma per noia o per paura.
Non passo notti disperate,
su quel che ho fatto o quel che ho avuto; le cose andate sono andate
ed ho per unico rimorso le
occasioni che ho perduto.
Sono ancora aperte come un
tempo le osterie di fuori porta,
ma la gente che che ci andava
a bere fuori o dentro è tutta morta.
Qualcuno è andato per
formarsi, chi per seguire la ragione, chi perché stanco di giocare
bere il vino, sputtanarsi,
ed è una morte un po' peggiore.
Marco Giunco |
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