Invece io so che è diverso
e tu sai
quello che il tempo ci ha
preso e ci ha dato
io appena giovane sono invecchiato
tu forse giovane non sei stato
mai.
Ma d'illusioni non ne abbiamo
avute
o forse sì, ma nemmeno
ricordo,
tutte parole che si son perdute
con la realtà incontrata
ogni giorno.
Chi glielo dice a chi è
giovane adesso
di quante volte si possa sbagliare,
fino al disgusto di ricominciare
perché ogni volta è
poi sempre lo stesso.
Eppure il mondo continua e
va avanti
con noi o senza e ogni cosa
si crea
su ciò che muore e
ogni nuova idea
su vecchie idee e ogni gioia
sui pianti.
Ma più che triste ora
è buffo pensare
a tutti i giorni che abbiamo
sprecati
a tutti gli attimi lasciati
andare
ai miti belli delle nostre
estati.
Dopo l'inverno e l'angoscia
in città
quei lunghi mesi sdraiati
davanti,
liberazione del fiume e dei
monti
e linfa aspra della nostra
età.
Quei giorni spesi a parlare
di niente
sdraiati al sole inseguendo
la vita,
come l'avessimo sempre capita,
come qualcosa capito per sempre.
Il mio Leopardi, le tue teologie
"Esiste Dio?", le risate più
pazze,
le sbornie assurde, le mie
fantasie
le mie avventure in città
con ragazze.
Poi quell'amore alla fine reale
fra le canzoni di moda e le
danze:
"è in gamba sai, legge
Edgar Lee Masters...
Mi ha detto no, non dovrei
mai pensare."
Le sigarette con rabbia fumate,
i blue jeans vecchi e le poche
lire
sembrava che non dovesse finire
ma ad ogni autunno finiva
l'estate.
Poi tutto èandato e
diciamo siam vecchi
ma cosa siamo e che senso
ha mai questo,
nostro cammino di sogni fra
specchi
tu che lavori quando io vado
a letto.
Io dico sempre: "Non voglio
capire"
ma è come un vizio
sottile e più penso
più mi ritrovo questo
vuoto immenso
e per rimedio soltanto il
dormire.
E poi ogni giorno mi torno
a svegliare
e resto incredulo, non vorrei
alzarmi,
ma vivo ancora e son lì
ad aspettarmi
le mie domande, il mio niente,
il mio male.
Marco Giunco |
Work | Basket | Music | Words |