Viene Febbraio, e il mondo
è a capo chino ma nei convitti e in piazza
lascia i dolori e vesti da
Arlecchino, il carnevale impazza.
L'inverno è lungo ancora,
ma nel cuore appare la speranza:
nei primi giorni di malato
sole la primavera danza.
Cantando Marzo porta le sue
piogge, la nebbia squarcia il velo,
porta la neve sciolta nelle
rogge il riso del disgelo.
Riempi il bicchiere, e con
l'inverno butta la penitenza vana,
l'ala del tempo batte troppo
in fretta, la guardi, è già lontana.
[Chorus]
O giorni, o mesi che andate
sempre via;
sempre simile a voi è
questa vita mia;
diverso tutti gli anni ma
tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non
sai mai giocare.
Con giorni lunghi al sonno
dedicati il dolce Aprile viene:
quali segreti scoprì
in te il poeta che ti chiamò crudele?
Ma nei tuoi giorni è
bello addormentarsi, dopo fatto l'amore,
come la terra dorme nella
notte dopo un giorno di sole.
Ben venga Maggio e il gonfalone
amico, ben venga primavera,
il nuovo amore getti via l'antico
nell'ombra della sera.
Ben venga Maggio, ben venga
la rosa, che è dei poeti il fiore:
mentre la canto con la mia
chitarra brindo a Cenne e a Folgore.
Giugno, che sei maturità
dell'anno, di te ringrazio Dio
in un tuo giorno, sotto al
sole caldo ci sono nato io.
E con le messi che hai fra
le tue mani ci porti il tuo tesoro:
con le tue spighe doni all'uomo
il pane, alle femmine l'oro.
Chouis
Con giorni lunghi di colori
chiari ecco Luglio il leone:
riposa e bevi, e il mondo
attorno appare come in una visione.
Non si lavora Agosto, nelle
stanche tue lunghe oziose ore,
mai come adesso è bello
inebriarsi di vino e di calore.
Settembre è il mese
del ripensamento sugli anni e sull'età,
dopo l'estate porti il dono
usato della perplessità.
Ti siedi e pensi e ricominci
il gioco della tua identità:
come scintille brucian nel
tuo fuoco le possibilità.
Non so se tutti hanno capito,
Ottobre, la tua grande bellezza:
nei tini grassi come pance
piene prepari mosto e ebbrezza.
Lungo i miei monti, come uccelli
tristi fuggono nubi pazze;
lungo i miei monti colorati
in rame fumano nubi basse.
Chorus
Cala Novembre, e le inquietanti
nebbie gravi coprono gli orti:
lungo i giardini consacrati
al pianto si festeggiano i morti.
Cade la pioggia, ed il tuo
viso bagna di gocce di rugiada,
te pure, un giorno, cambierà
la sorte in fango della strada.
E mi addormento come in un
letargo, Dicembre, alle tue porte,
lungo i tuoi giorni con la
mente spargo tristi semi di morte.
Uomini e cose lasciano per
terra esili ombre pigre
ma nei tuoi giorni dai profeti
detti nasce Cristo la tigre.
Chorus
Marco Giunco |
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