Ma tu non sei cambiata di molto,
anche se adesso è al vento quello che
io per vederlo ci ho impiegato
tanto filosofando pure sui perché.
Ma tu non sei cambiata di
tanto e se cos'è un orgasmo ora lo sai
potrai capire i miei vent'anni
allora? E i quasi cento adesso capirai?
Portavo allora un eskimo innocente
dettato solo dalla povertà:
non era la rivolta permanente,
diciamo che non c'era e tanto fa;
portavo una coscienza immacolata
che tu tendevi a uccidere però
inutilmente ti ci sei provata
con foto di famiglia o paletò.
E quanto son cambiato da allora
e l'eskimo che conoscevi tu
lo porta addosso mio fratello
ancora e tu lo porteresti e non puoi più.
Bisogna saper scegliere in
tempo, non arrivarci per contrarietà:
tu giri adesso con le tette
al vento, io ci giravo già vent'anni fa.
Ricordi fui con te a Santa
Lucia, al portico dei Servi per Natale:
credevo che Bologna fosse
mia, ballammo assieme all'anno o a Carnevale.
Lasciammo allora tutti e due
un qualcuno che non ne fece un dramma o non lo so
ma con i miei maglioni ero
a disagio e mi pesava quel tuo paletò.
Ma avevo la rivolta fra le
dita, dei soldi in tasca niente e tu lo sai
e mi pagavi il cinema stupita
e non ti era toccato farlo mai.
Perché mi amavi non
l'ho mai capito, così diverso da quei tuoi cliché;
perché fra i tanti,
bella, che hai colpito ti sei gettata addosso proprio a me.
Infatti i fiori della prima
volta non c'erano già più nel '68:
scoppiava finalmente la rivolta,
oppure in qualche modo mi ero rotto
tu li aspettavi ancora ma
io già urlavo che Dio era morto, a monte, ma però
contro il sistema anch'io
mi ribellavo... cioè, sognando Dylan e i provos
e Gianni ritornato da Londra
a lungo ci parlò dell'LSD
tenne una quasi conferenza
colta sul suo viaggio di nozze stile freak.
E noi non l'avevamo mai fatto,
e noi che non l'avremmo fatto mai
quell'erba ci cresceva tutt'attorno,
per noi crescevan solo i nostri guai.
Forse ci consolava far l'amore
ma precari in quel senso si era già
un buco da un amico, un letto
a ore su cui passava tutta la città.
L'amore fatto alla boia d'un
Giuda e al freddo in quella stanza di altri e spoglia:
vederti o non vederti tutta
nuda era un fatto di clima e non di voglia.
E adesso che potremmo anche
farlo, e adesso che problemi non ne ho...
che nostalgia per quelli contro
un muro o dentro a un cine o là dove si può,
e adesso che sappiamo quasi
tutto, e adesso che problemi non ne hai,
per nostalgia lo rifaremmo
in piedi scordando la moquette stile e l'Hi-Fi.
Diciamolo per dire, ma davvero,
si ride per non piangere perché
se penso a quella ch'eri,
a quel che ero, che compassione che ho per me e per te
eppure a volte non mi spiacerebbe
essere quelli di quei tempi là.
Sarà per aver quindici
anni in meno o avere tutto per possibilità
Perché a vent'anni è
tutto ancora intero, perché a vent'anni è tutto chi lo sa.
A vent'anni si è stupidi
davvero, quante balle si ha in testa a quell'età
oppure allora si era solo
noi, non c'entra o meno questa gioventù
di discussioni, caroselli,
eroi, quel ch'è rimasto dimmelo un po' tu.
E questa domenica in Settembre
se ne sta lentamente per finire
come le tante, via, distrattamente
a cercare di fare o di capire.
Forse lo stan pensando anche
gli amici: gli andati/rassegnati/soddisfatti,
giocando a dire che si era
più felici, pensando a chi s'è perso o no a quei fatti,
Ed io che ho sempre un eskimo
addosso uguale a quello che ricorderai.
io come sempre, faccio quel
che posso; domani poi ci penserò se mai
ed io ti canterò questa
canzone uguale a tante che già ti cantai:
ignorala come hai ignorato
le altre, e poi saran le ultime oramai.
Marco Giunco |
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