Basket

Faccio anche l'allenatore ma nessuno ci crede

L'idea che cerca di sopravvivere alle avversità, le incapacità/capacità, agli altri, a noi stessi.

Curriculum

Corso Tecnico Regionale 1987 RHO

Corso Allenatore Bormio 1997/98

ALLENATORE DI TRESH,TRESH,TRESH BASKET.

1987/88 Vice Allenatore in 2^Divisione a Vedano al Lambro (All. Carlo Maffiolini), 2° in campionato.

1988/89 Capo Allenatore in 1^Divisione ad Usmate. Penultimi in Campionato (4-16)*

1989/90 Capo Allenatore in 1^Divisione ad Usmate. 5° in campionato (10-10)*

1990/91 Capo Allenatore in 1^Divisione a Cornate D'adda. 4° In campionato (10-10)*

1991/92 Capo Allenatore in Promozione Maschile ad Imbersago. 16° in campionato (3-27). Delle tre partite vinte una è stata regalata dalla federazione. Allenatore Juniores, 3° in campionato (Più vinte che perse).

1992/93 Capo Allenatore in 2^Divisione a Cantalupo.Monza. 3°in campionato (17-5)*

1993/94 Dirigente Responsabile Organizzativo ad Usmate e Vice Allenatore (All. Marino Mannis) in Promozione Femminile, 3° in campionato

1994/95 Vice Allenatore in Promozione Femminile al San Pio X Milano, (All. Stefano Fassina), 3° in Campionato

1995/96 Capo Allenatore in Promozione Femminile a Seveso, 4° in campionato (16-6). Una partita persa a tavolino, senza quella partita andavamo a fare le finali.

1996/97 Capo Allenatore in Promozione Femminile a Seveso, 7° in campionato (11-11).

1997/98 Capo Allenatore in Promozione Femminile a Seveso, 3° in campionato (18 - 4). Mi sono dimesso a quattro partite dalla fine per disaccordi con la squadra ed i dirigenti.

1998/99 Capo Allenatore in Promozione Maschile all' Asa Cinisello, (2 - 6) esonerato all'8^ Giornata dope aver vinto due partite consecutive. Allenatore Basket Lissone Gruppo Junories,Cadette dal Gennaio 99(11 - 1), raggiunte le finali regionali Juniores.

1999/2000 Capo Allenatore in Promozione Maschile ad Imbersago (16 - 6) 5° in campionato. Allenatore Basket Lissone Gruppo Junories, Cadette.

2000/2001 Allenatore Basket Feg Robbiano Gruppo Cadette.

2001/2002 Allenatore Di.Po. Vimercate Gruppo Juniores e Vice Allenatore C2 (All. Giampaolo Galbussera).

2002/2003 Allenatore Di.Po. Vimercate Promozione Femminile.

2003/2004 Vice Allenatore A.S. Basket F. Biassono A2 Femminile (All. Paolo Fassina)

Indietro
 

Un'Idea

Prima Puntata

Allenamento di una squadra Senior di Basso livello, Maschile o Femminile. La mia esperienza a Seveso.

Promozione Femminile.

Per squadre di basso livello considero tutte quelle squadre, che per svariati motivi, fanno due, o meno, allenamenti alla settimana, in partita vengono arbitrate da un solo arbitro, o da due scarsi e partecipano a quei campionati che in assoluto sono considerati poco meno del gioco delle biglie. Promozione,1^ e 2^ Divisione Maschile, Serie C e Promozione Femminile.

In queste squadre allenano e giocano persone che molto spesso sopperiscono con una passione sfrenata a mancanze tecniche, tattiche e fisiche. Fanno altro ed il Basket è per loro un hobby, socializzazione ,a volte un momento di riscatto dalla grigia quotidianità (purtroppo) o di svago da una quotidianità troppo stressante (molto meglio).

Compito dell'allenatore, in queste squadre, è quello di trovare un modo di far giocare la squadra divertendosi, vincendo, e il tutto, cosa più importante, senza farsi male.

Dal mio punto di vista parto dal presupposto che è assurdo partecipare ad un campionato Senior senza vincere. L'obbiettivo deve sempre essere quello di vincere il campionato, comunque, sempre e con ogni mezzo lecito a nostra disposizione. E questo deve essere inculcato nella testa dei giocatori, dei dirigenti e di tutti coloro che , in un modo o nell'altro, girano attorno alla squadra. Fidanzate e fidanzati compresi.

Voglio sottolineare questa cosa perchè troppo spesso ho sentito da parte di molti addetti il "giochiamo per divertirci". Stupidaggini! Una squadra che perde non si diverte mai e se per caso si diverte, consigliamo vivamente una visita da qualche psicologo. Il divertirsi è troppo spesso usato come alibi per mascherare incapacità, superficialità, e masochismo. Se volete giocare per divertirvi dovete giocare per vincere, sempre. Poi ci sono squadre più forti e squadre più deboli, qualcuno che vince e qualcuno che perde, è banale, ma l'obbiettivo non deve essere quello di partecipare, ma quello di vincere. Partecipiamo per vincere. La vittoria non è un incidente di percorso, ma lo scopo unico della nostra partecipazione al campionato e tutto il resto diventa conseguenza di ciò.

Altro imperativo categorico è che nessuno si faccia male.

Fatta questa premessa ho individuato le tre tipologie di allenamento. Atletico, Tattico e Tecnico.

L'idea è stata. Cominciamo a farli giocare e diamogli i mezzi atletici per farlo. Individuiamo le qualità del singolo giocatore e di squadra e disegniamo attorno ad esse un modulo di gioco offensivo e difensivo.

Esaltiamo le loro capacità individuali e nascondiamo le loro carenze.

Attacco - Tanti tiri, attacco basato sull'1c1, con forte responsabilità individuale, pochi blocchi, nessuno schema.

Difesa - Uomo chiusa - Zona 2/3 mucchio sulla palla dentro la linea dei 3 punti - Zona 3/2 a 2/3 nell'angolo lunga in punta e casino nell'area dei tre" - Zona Press 1/3/1 Chicken (Una finta 1/3/1 Trap da usare con cognizione).

Quest'anno ho diviso il lavoro in quattro periodi distinti.

Pre campionato - Lavoro Atletico e Tattico. 60/40

Inizio campionato - Lavoro Atletico e Tattico. 30/70 (Fino all 5/6 giornata)

Campionato - Lavoro Atletico ,Tattico e Tecnico. 20/40/40 (Fino Alla Fine)

Al corso allenatori di Bormio alla domanda "Con due allenamenti alla settimana di 90 minuti cosa devo fare per allenare veramente le persone?" mi è stato risposto. "Con due allenamenti non si allena niente. Soprattutto a livello fisico". Partendo da questo presupposto, e passato l'impulso di tornare a casa, ho cominciato a pormi una domanda. Dove trovare i fatidici 180 minuti di allenamento fisico alla settimanale per far si che il lavoro sia veramente allenante?

La prima risposta è stata: far si che tutto l'allenamento sia sempre allenante! (GEBBIA). Cioè che ogni esercizio abbia oltre le finalità tecnico/tattiche del caso anche quelle fisiche. Purtroppo, considerando che comunque un allenamento non è quasi mai di 90 minuti tirati, ma al massimo di 60, 70 minuti con le pause i ritardi, manca ancora almeno un'ora di lavoro.

La seconda risposta è stata, integrare il lavoro in palestra con almeno 20' di allenamento giornaliero individuale da fare a casa propria quando non ci si allena.

Fine Prima Puntata.
 
 

Indietro