13/12/81

Dietro ad un muro
dietro a tutte le nostre paure,
dietro per dimenticare
od imparare cose vecchie e nuove.

Millenarie tradizioni spazzate via,
e una poesia con loro.

I bambini continuano a giocare
ma molto peggio.

E si impara la guerra,
invece di dimenticare le atroci vergogne
le si portano ad esempio,
come la maschia virilità
dell'imbecille super eroe.

Non ci sono più pianoforti nella mia mente,
non ci son più placidi momenti,
la nostra terra
violentata da orme paurose
e da paurose verità.

Dolce e cara vecchia utopia
che portasti speranza in noi,
dolce e cara sincerità
inutile ma quanto mai bella
dove sei andata.
Quasi tutti ti hanno dimenticata.
Forse io per primo.

Oggi potrebbe essere l'ultimo
o forse ve ne saranno altri,
non ho paura
vorrei averci provato
per poter dimenticare.

Lunghe parole,
lunghe veloci sensazioni

Questa è la nostra terra,
vorrei saperla difendere
dai pazzi che la vogliono violentare
dai pazzi che non la sanno apprezzare.

La forza della ragione che va spegnendosi,
riporre la speranza in Dio,
anche pregare,
sognare che lui ci salvi a tutti,
dalla fine.
E' troppo comodo il paradiso
se poi rendiamo questa terra un inferno.

Certo se potessi vivere altri mille anni,
chissà,
potrei cambiare qualcosa,
o qualcuno.

Ma duriamo poco,
poco per capire,
poco per agire.
Ci ritroviamo sempre lontano dalla fine.

Dio verrà e ci salverà,
Dio ci ha già provato.

Come riporre una speranza,
che è come aria,
che lentamente va spegnendosi.
Ormai è solo fondo di vita.

Scrivere a lungo
 
 
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