APPENDICE
 
 

Copertina del libro, rarissimo in Italia
Una copia si conserva presso la Biblioteca Civica di Cuneo


PREFAZIONE

Non si capisce perché la seguente storia, degli sconosciuti cittadini di Schilda, non sia mai stata divulgata; di solito non vengono dimenticati i fatti memorabili.
Ma a chi dare la colpa? Certamente non ai cittadini di Schilda poiché, a causa di altre importanti faccende e meditazioni, non avevano tempo per imparare a scrivere (di dare importanza all'abilità nello scrivere). Per trasmettere ai loro discendenti la personalità dei defunti e ciò che facevano ai tempi loro, non usavano semplici lettere, ma si servivano di abbreviazioni e di figure significative che incidevano sottilmente con le dita su lapidi di argilla. Dovevano eseguire questo lavoro ad argilla morbida, altrimenti sarebbero stati costretti ad usare la mazza del guardiano del villaggio che era munita, alla base, di un punteruolo e che pesava mezzo quintale, due ettogrammi e settantacinque grammi. Oppure dovevano scolpire l'epigrafe con una forca da fieno.
Possedendo buona memoria e molta intelligenza, furono capaci di trasmettere ai nipoti ed ai pronipoti i racconti dei loro antenati con tale precisione come se li avessero vissuti direttamente prima della creazione del mondo. Tennero segrete queste loro storie e nessun essere umano sulla terra ne era venuto a conoscenza, finché il Re di un paese ignoto, dotato di molto intelletto, non ebbe a sognare di loro. Diede allora ordine a tre eminenti uomini del Consiglio dei quali il 


Frontespizio del Libro

primo era un arrotino, il secondo un mietitore ed terzo uno spazzacamino, di partire per Wenzachen, vicino ad Utopia.
Arrivati in quel posto, dovevano continuare il viaggio fino a raggiungere un paese dove avrebbero incontrato altri tre uomini intelligenti come loro. I tre delegati, senza lunghe riflessioni, si misero sulle spalle gli attrezzi del proprio mestiere e partirono. Arrivati a Kalatuten, avvenne un fatto singolare: il Sindaco, di nome Seufried Lodel, stava per tenere consiglio con i suoi cittadini. Purtroppo alcuni di loro non erano presenti ed il Sindaco si arrabbiò per la loro non puntualità dando fiato al corno dei porci per chiamarli, soffiando lungamente e così forte fino a diventare tutto rosso. Allora i ritardatari accorsero con tutte le loro forze e ci avrebbero quasi a lasciarci la pelle. Il Sindaco ne fu soddisfatto e li redarguì energicamente dicendo loro: "Villanzoni che non siete altro!".
Intanto giunse il momento nel quale i porci dovevano lasciare la stalla, ma il Sindaco non aveva ancora ultimato  il suo lavoro consigliare. Allora ordinò al suo vice porcaro di portarli fuori.
Quando i maiali giunsero sotto la casa del Consiglio cominciarono a sfregarsi contro le mura dell'edificio scuotendolo quasi al punto di farlo crollare. Il Sindaco comandò a quattro consiglieri presenti di mettersi ognuno in un angolo dell'edificio e di cacciar via con i loro cappelli ,per mancanza di fucili, i maiali. Allontanati che ebbero i porci, poterono continuare la conferenza.

Originale di una parte della prefazione

La casa del Consiglio non possedeva una scala ma i partecipanti risolsero così il problema: il servitore del Sindaco fece calare una fune con un grosso pezzo di legno; poi, uno dopo l'altro, si sedettero sopra e si fecero tirare su con l'aiuto di una carrucola. I tre delegati stranieri restarono a bocca spalancata dallo stupore. Si meravigliarono dell'organizzazione e dell'astuzia di quella gente e capirono al volo che avevano trovato dei loro pari. Ma prima di mettersi in contatto con il Sindaco, decisero di approfittare della riscontrata furbizia. Si recarono nel Cimitero e osservarono le incisioni sulle lapidi. Le studiarono a lungo e finalmente individuarono, con la loro sconvolgente intelligenza, il significato delle epigrafi: era registrato il talento al tempo di ciascun defunto. Una forca di fieno incisa sull'argilla, indicava un inteditore di letame. La S" (Sanstàlle) si riferiva alla pulizia dei porcili, ecc.
In seguito si recarono nella casa del Consiglio e chiesero udienza con il Sindaco il quale, dopo lunghe considerazioni, li ricevette.
Anche loro si sedettero sul pezzo di legno e si fecero tirare su. E allora a chi la parola ? Dovettero concentrarsi per decidere e alla fine fu l'affilatore ad aprire il discorso con il Sindaco. " Noi tre delegati, io, l'artistico affilatore di coltelli, forbici e scuri (con una mola rotonda), il mio 
compagno, un mietitore di paglia (un gobbo, dietro avanzato e
davanti inclinato) ed infine l'intrepido spazzacamino, vengono a lei da paesi lontani; signor Seufried, lei che sa soffiare così forte il corno dei porci, dal sorgere del sole fino al suo tramonto, ed in mezzo alle scoregge...". Ma non fu capace di portare avanti il suo discorso, perché, tirato giù dalla sua pesante mola, perse l'equilibrio e finì per terra e dimenticò di parlare.
Dopo un piccolo incoraggiamento fu pregato di continuare il suo discorso, ma non poté più alzarsi per una costola rotta. I suoi compagni trovarono presto un rimedio, lo afferrarono, lo misero in piedi e per rimettere a posto la costola rotta, lo fecero cadere di nuovo. Ancora una volta lo invitarono a parlare, ma lui disse: "A causa dello spavento ho perso la parola". Come un fulmine tutti i presenti corsero a casa, presero badili, zappe e mazze e si diedero a scavare dove l'affilatore era caduto sperando, così, di ritrovare le parole perdute. Fu un lavoro inutile e perciò decisero di usare la buca per un pozzo (fontana). Ma siccome erano curiosi di conoscere la profondità della fontana, misero sopra il fosso una sbarra alla quale si attaccò con due mani un contadino. Un secondo si appese ai piedi del primo e così via fino a quando il primo contadino non sopportò più il peso e gridò: "cari compagni, tenetevi forte, devo sputarmi sulle mani". Facendolo, non riuscì più a riprendere la sbarra e caddero l'uno sull'altro. Niente di grave, può accadere a tutti!
Ma dove mettere ora la terra dello scavo? Per l'ennesima volta tennero consiglio e dopo una lunga discussione, uno di loro trovò la soluzione: "E' necessario fare una buca per metterci dentro la terra ". Gli altri si guardarono pensosi e finalmente un secondo esclamò: " Ehi, ma dove metteremo la terra che scaveremo dal fosso ?" Rispose allora il primo contadino: " Siete proprio degli scemi, occorre fare una buca più grande per farci stare anche la seconda terra ". I tre delegati avevano sentito tutto e, rossi di vergogna, tornarono a casa: in confronto a quella gente loro erano degli stupidi.
Tornarono dal loro Re e raccontarono tutto quello che avevano visto e sentito a Kalatuten. Promisero che vi sarebbero tornati per saperne di più e portare alla luce altre nuove storie.

DIE SCHILDBURGHER

Titolo di una raccolta popolare tedesca di burle e scherzi ideati e messi in opera dagli "idioti" abitanti di Schilda (Schildau). Rientra nel genere più ampio della Narzenliteratur (letteratura dei matti), inspirata a evidenti intenzioni moralistiche.
La più antica redazione a opera di J.Fr.von Schomberg, risale al 1598." (59)

Sintesi del contenuto delle 35 storielle:

  1. Dell'origine, dei costumi e del nome dei cittadini di  Schilda sita in Misnopotamia;
  2. Della grande saggezza e dell'alta intelligenza dei cittadini di Schilda e come essi, continuamente  richiesti all'estero per le loro qualità da Principi e Signori, abbiano di conseguenza mandato in rovina la patria;
  3. Come le donne di Schilda abbiano deciso di richiamare i loro uomini a casa e come, di conseguenza, abbiano fatto loro inviare una lettera;
  4. Come gli uomini, non appena ricevuta la lettera, abbiano preso la via del ritorno e come siano stati accolti dalle loro donne;
  5. Come i saggi cittadini di Schilda abbiano tenuto Consiglio ed abbiano deciso di assumere un'aria stravagante;
  6. Come i cittadini di Schilda abbiano deciso di costruirsi una nuova Casa comunale;
  7. Come i cittadini di Schilda abbiano abbattuto il legname per la costruzione della nuova casa comunale;
  8. Come i cittadini di Schilda abbiano costruito la loro nuova Casa e dimenticato le finestre;
  9. Come i cittadini di Schilda abbiano deciso di portare la luce  nella loro Casa comunale;
  10. Come un vagabondo di passaggio abbia loro dato il consiglio di portare il giorno nella Casa comunale e li abbiano truffati;
  11. Come i cittadini di Schilda abbiano individuato la causa dell'oscurità nella loro Casa comunale e vi abbiano provveduto;
  12. Come i cittadini di Schilda accanto alla sala consiliare abbiano costruito le stanze riservate ma abbiano dimenticato di munirle di aperture;
  13. Come i cittadini di Schilda abbiano seminato un campo di sale e che cosa ne sia conseguito(*);
  14. Come alcuni animali domestici siano venuti sul campo di sale e come il guardiano ne li abbia cacciati(*);
  15. Come il sale sia cresciuto e maturato, ma i cittadini di Schilda, non l'abbiano potuto falciare(*);
  16. Come il Re di Utopia abbia annunciato il suo prossimo arrivo ai cittadini di Schilda e come questi si siano eletti, in fretta e furia, un Sindaco;
  17. Come il Sindaco di Schilda sia entrato nel bagno e che cosa gli sia accaduto;
  18. Come il Sindaco abbia fatto balenare a sua moglie la Sindachessa una pelliccia nuova e che cosa glie ne sia derivato;
  19. Come la signora Sindachessa abbia sfoggiato la sua nuova pelliccia nell'andare in chiesa ad udire la predica e che cosa le sia succeduto;
  20. Come l'Imperatore sia andato a Schilda e come ne sia stato ricevuto;
  21. Come i cittadini di Schilda abbiano fatto omaggio all'Imperatore di una grossa pentola colma di senape;
  22. Come il Sindaco abbia fatto uno spuntino assieme all'Imperatore;
  23. Come i contadini abbiano invitato l'Imperatore ad essere loro ospite e che cosa ne sia derivato;
  24. Come i cittadini di Schilda, intenti a consumare il banchetto d'addio dell'imperatore, abbiano scambiato i loro piedi e non li abbiano più potuto riconoscere;
  25. Come il Sindaco abbia preparato le nozze del figlio;
  26. Come i cittadini di Schilda abbiano voluto far togliere dalle loro bestie , l'erba cresciuta su di un alto muro(*);
  27. Di una cittadina di Schilda che se ne andava al mercato con le uova;
  28. Come quelli di Schilda abbiano fatto una lunga salsiccia e non l'abbiano potuta cuocere;
  29. Come i cittadini di Schlda abbiano forato una pietra di macina ed uno di loro se ne sia corso via dentro di essa;
  30. I cittadini di Schilda hanno compassione di un povero noce;
  31. I cittadini di Schilda nascondono la loro campana nel lago;
  32. Come i cittadini di Schilda abbiano inviato milizie all'Imperatore e che cosa sia accaduto ad uno dei loro soldati;
  33. Come un cittadino di Schilda abbia mandato il figlio a studiare da dottore e si sia portato poi a casa uno    stolto;
  34. Notevole storia di quanto sia capitato ad un gambero a Schilda;
  35. Come i cittadini di Schilda si siano procurati un cane da topi e con ciò la loro rovina finale. 60)
(*) In neretto storielle trascritte integralmente in appendice per la stretta somiglianza con quelle camplesi.
 

Come i cittadini di Schilda abbiano seminato un campo con sale e che cosa ne sia conseguito.
 

Fotocopia della prima pagina del testo originale tedesco della 13^ storiella

Siccome il palazzo municipale era comandato da sciocchi, cominciarono a riunirsi giorno per giorno ed occuparsi delle cose per il benessere generale.Si interessarono con grande serietà del popolo, poichè era un loro dovere.
Cominciarono a pensare alle provviste e si preoccuparono come fare per avere delle riserve che potevano essere utili in caso di rincaro del grano e per non dover dipendere dagli usurai del grano. Pensarono a lungo, perché era proprio il compito delle autorità di provvedere a queste riserve. In caso di necessità dovrebbero aiutare i sudditi ed impedire agli usurai di fare soffrire i poveri che tribolavano già  abbastanza. In caso di guerra non avrebbero potuto comprare il sale che scarseggiava. Si misero a pensare come fare per produrlo in proprio. il sale in cucina per loro era necessario come il letame sul campo. Discussero per molto tempo e finalmente decisero: siccome lo zucchero, che assomiglia molto al sale, cresce sui campi, allora il sale deve per forza crescere sui campi. La miglior cosa da fare fu di prendere un grosso campo del Comune, vangarlo e seminarci, in nome di Dio, il sale. In questa maniera anche loro avrebbero posseduto del sale e non sarebbe stato necessario pagare gli altri.
Come fu programmato fecero, e siccome avevano seminato il sale in nome di Dio, speravano che Dio desse la sua benedizione. Con questa speranza curarono il loro campo ed in ognuno dei quattro angoli misero un guardiano con un fucile per gli uccelli nel timore che beccassero i granelli di sale. Dopo un po' di tempo il campo diventò verde ed i cittadini di 
Schilda furono felici dell'impresa riuscita. Andarono giorno per giorno sul campo per vedere come cresceva il sale e si dissero: lo sentiamo crescere.Come cresceva il sale, così cresceva anche la loro speranza e nei loro sogni mangiavano già il loro sale.
Per evitare che il campo venisse calpestato dalle mucche, dai cavalli, dalle pecore e dalle capre, aggiunsero un altro guardiano il quale promise di scacciare qualsiasi bestia.
 

Come alcuni animali domestici siano venuti sul campo di sale e come il guardiano li abbia scacciati.
 

fotocopia della prima pagina dell'originale in tedesco della 14^ storiella

Non so come quel facilone di un guardiano abbia fatto a non vedere le bestie estranee sul campo coltivato. Lo avevano calpestato così male che fu un vero peccato, sia per il sale meraviglioso che avevano seminato, come per il sale che avrebbe dovuto crescere ancora. Il guardiano fu consapevole della sua negligenza, ma siccome le bestie avevano fatto già abbastanza danno, temette che cacciandole via, avrebbero combinato più disastri ancora. Perciò tornò con malumore a Schilda e denunciò il guaio ai giudici ed al venerando consiglio.
Nemmeno quelli del Consiglio sapevano cosa fare e alla fine decisero di aprire un'inchiesta: come si potrebbe mandare via dal campo il bestiame senza coinvolgere in questa faccenda pericolosa il guardiano e senza danneggiare ulteriormente il campo?
Quelli con i fucili non potevano sparare, perché in questo caso non si trattava di uccelli ma di altre bestie e perciò non avevano nessuna autorizzazione per abbatterle. Questo problema fu considerato in tutte le maniere: davanti dietro, sotto, sopra, in lunghezza e in larghezza, storto e diritto e così a lungo, finché le "teste onorevoli" non stavano per scoppiare e alla fine fu deciso "all'unanimità": quattro giudici 
del tribunale (perché loro sarebbero stati rispettati, forse, di più dalle bestie), avrebbero messo il guardiano su una lettiga con in mano una lunga verga e lo avrebbero portato sul campo a scacciare le bestie. Così lui non sarebbe sceso e non avrebbe rovinato il campo.
Con questo giudizio indulgente fu contento il guardiano che si fece portare con la lettiga (come il Papa a Roma) sul campo per mandare via le bestie. Avrei voluto essere io il guardiano, ogni giorno e per tutto l'anno. Il sale sul campo continuò a crescere bene perché non fu danneggiato dal guardiano e quei quattro del tribunale seppero usare così bene i loro piedini sottili e, per merito loro, non fu rovinato niente.
 

Come il sale sia cresciuto e maturato, ma i cittadini di Schilda non l'abbiano potuto falciare.
 

fotocopia della prima pagina dell'originale in tedesco  della 15^ storiella

L'erba del sale (questa almeno credevano che fosse) cresceva, fioriva e maturava, come se si trattasse di erbaccia della quale si dice: prima di andare male, cade sempre una pioggia. Nel frattempo successe che, uno del Comune, spinto dal bisogno che fa aprire le stringhe dei pantaloni ai contadini, ed ispirato dalla saggezza (del saggio detto precedentemente), (la quale non si poteva nascondere o arginare perché era simile ad un salice disboscato che germoglia sempre di nuovo di nuovo e perciò si fa notare), pensò che sarebbe stato un vero peccato di sprecare il tesoro che portava con se  e nessuno avrebbe potuto approfittarne. Perciò decise di portarlo, per il bene della comunità sul campo di sale.
Con un tal gioiello avrebbe potuto rendersi utile per tutti. Voleva tenere anche l'ultima goccia della sua "pipì" per non sprecare nulla.
Facendo così, tutto il Comune gli sarebbe stato riconoscente e gli avrebbe reso onore (come era successo ultimamente a quell'uomo con il vecchio stracciato). Perchè questa era gente saggia e ragionevole, capace di tenere per se gran parte della sua sapienza. Guardava più al cuore del donatore che al dono.
Perciò questo devoto cittadino di Schilda corse con agilità e sveltezza e senza perdere tempo, verso il campo di sale. Ma mentre correva, per paura di lasciare cadere il suo tesoro prima di arrivare a destinazione; strinse forte i denti e riuscì a trattenerlo. Arrivato sul campo, si sedette e ci mise uno "stronzo" notevole (come usano fare i contadini durante la 
raccolta delle ciliegie). Dopodiché, convinto di aver fatto il suo meglio, strappò una manciata d'erba e si pulì il sedere. Ma questa erba fu talmente forte ed irritante che il sedere gli bruciò a tal punto che  comincio a correre tutto agitato gridando "E' roba diabolica!"
In seguito, però ebbe un'ispirazione buona e pensò: "L'erba del sale deve essere come l'erba della senape, ti bruciano gli occhi quando è matura". Perciò decise di guadagnarsi una mancia. Corse velocemente per non farsela acchiappare da qualche altro, verso il posto di Schilda (dal momento che i cittadini di Schilda erano diventati pazzi, rifiutarono di usare ancora la parola paese e la gettarono nella fontana), e con l'intenzione di riunire tutti i cittadini e di dar loro la buona notizia, suonò la grande campana. Dopodiché, tremando di gioia, fece vedere ai radunati il suo sedere bruciato e li assicurò che il sale sarebbe stato di quello buono. Li persuase a recarsi tutti insieme sul campo di sale e di fare, con tanta rispettabilità, quello che lui aveva già fatto. Prima di tutti il Sindaco, dopo i suoi giurati e poi gli altri, secondo il loro pudore. (Cfr. L'insufflazione dell'asino da parte sei cittadini di Campli per ordine inverso di rango, ultimo il Sindaco).
Terminata l'azione , furono molto soddisfatti, perché ognuno di loro provò la stessa sensazione, sognando di diventare un potente possessore di sale. Quando fu l'ora di tagliare l'erba e di raccogliere il sale maturo, fecero del loro meglio per prepararsi a questa raccolta importante.
Gli uni avevano portato delle falci per falciare il sale, altri cavalli e carri per portarlo a casa come la canapa ed i trebbiatori le loro trebbie per trebbiarlo. Ma dopo aver cominciato a tagliare l'erba matura del sale, si accorsero che era talmente irritante e pungente da bruciarsi le mani.
Si vergognarono di mettere i guanti perché era estate e faceva caldo ed inoltre avevano paura che qualcuno ridesse di loro. Alcuni erano del parere di falciare il sale come l'erba, altri invece lo sconsigliarono per i semi che sarebbero andati persi; altri ancora pensarono di abbatterlo con le balestre, ma anche questo non fu possibile perché non c'erano dei tiratori fra di loro. E per paura di far scoprire  agli altri quest'arte, non vollero nemmeno chiamare dei tiratori stranieri. In summa summorum, i cittadini di Schilda non potevano fare altro che lasciare sul campo il loro sale finché non avrebbero trovato una soluzione migliore.
E se prima possedevano poco sale, ne avevano ancora di meno adesso perché, quello che non avevano usato, l'avevano seminato. Perciò la mancanza di sale fu molto grande. Nessuno dei cittadini di Schilda riuscì a capire perché il loro sale era così forte. Forse non avevano coltivato bene il campo: troppo o troppo poco.  Decisero di ripetere meglio l'esperimento e di fare delle osservazioni e degli appunti.
Io, invece, so molto bene che erano delle ortiche pungenti ciò che i cittadini di Schilda avevano scambiato per l'erba del sale.
 

Come i cittadini di Schilda abbiano voluto far togliere, dalle loro bestie, l'erba cresciuto su di un alto muro.
 

fotocopia della prima pagina dell'originale in tedesco  della 26^ storiella
I cittadini di Schilda erano seri nelle loro azioni e strani nel loro modo di osservare le cose per il bene di tutti. Una volta uscirono per vedere un vecchio muro che era il resto di un'antica casa; ne volevano adoperare le pietre. Sul muro però, trovarono l'erba alta ed i contadini non volevano sprecare nulla. Tutto doveva essere utilizzato per il bene della comunità. Perciò si riunirono e tennero consiglio e si chiesero come operare al meglio per raccogliere quell'erba. Alcuni volevano falciarla, ma nessuno aveva il coraggio di arrampicarsi sul muro troppo alto. Altri, invece, pensavano di abbatterla con le frecce. La soluzione migliore fu, finalmente, quella del Sindaco: "bisogna far pascolare le bestie sul muro, così non c'è più la necessità di falciare n‚ di abbatterla con le frecce". Tutti furono d'accordo e per gratitudine scelsero per prima la mucca del Sindaco.

Intorno al collo della mucca legarono una robusta corda; la lanciarono sopra il muro e cominciarono a tirare dall'altra parte. Ma quando il cappio si chiuse, la mucca cominciò a soffocare e quando fu quasi arrivata in alto, tirò fuori la sua lingua. Un cittadino di Schilda che aveva osservato tutto, gridò: "tirate, tirate è quasi arrivata sul muro; è balorda e maldestra, bisognerebbe darle una bella spinta!", ma tutto fu
inutile. I cittadini di Schilda non riuscirono a tirare su la loro mucca.
Di questo evento furono comunque contenti poiché c'era da lavorare e da macellare.


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