Forse ho capito che sei solo
una nullità,
anche tu come me,
l'uomo non può avere
poi molto da dire...
è tanto il fruscio.
Ma in tanti anni abbiamo fatto
tanti progressi,
anche se la guerra è
la stessa di ieri,
c'è solo una sottile
linea
che ci separa dal dolore,
e spesso si rompe.
Così molto spesso cedo
al desiderio di odiarti,
e mi lascio trascinare dall'ira,
tanto trattenermi servirebbe
solo ad uccidermi.
Esiste solo un sottile desiderio
che ci separa donna...
Spesso lo sento che si rompe.
Gentile signora non cambiare
mai troppo la scena,
il regista potrebbe esserne
scontento ,
sai anch'io ho letto molto,
e molti libri mi sembravano
così belli.
Ma ora non è il caso
di parlarne ,
così mia cara e bella
signora
vorrei proporle di guardare
la TV.
Ogni tanto qualche vecchia
canzone finisce,
non è mai troppo il
suono,
ne è mai vicino chi
lo produce.
Solo nero-verde momento.
Io ho colto una rosa nel giardino
ieri,
tanto che un uccello mi ha
detto grazie...
povero illuso io l'ho fatto
solo per me.
D'altronde succede sempre
così.
Sempre più lunghe si
fanno avanti le schiere di soldati.
Io mi sono sempre chiesto
perché,
ma molto spesso mi sento chiusa
la porta in faccia.
Se tu sentissi la musica che
sento io...
è simile ad un mondo
di strana forma,
evocazioni che risalgono a
quando eravamo puri,
quando il peccato non poteva
esistere.
Perché non esisteva
un Dio per imporlo.
Uomini senza statura.
Sassofono sempre più
forte, bello, virile.
Se fossi un frocio non mi
innamorerei di te,
la tua barba non mi piace,
poi porti degli occhiali dalla
forma strana,
comunque da sempre preferisco
le donne.
Rapporti accaduti tempo e
tempo fa,
mi tocca andarmene da questa
vita...
confusione banale, tutto è
solo totale essenza.
Poi ritornerà di colpo
la pace.
Ma i colori stravolti, senza
io, rimangono.
Assurdo, pazze idee...
urli...
strane visioni
Continui.
E' finito
Cosa c'è,
cosa c'è quando vedi
una ragazza,
magari quella ragazza...
Cosa c'è,
cosa c'è quando senti
una canzone,
probabilmente quella canzone...
Cosa c'è,
cosa c'è quando senti
una voce,
una voce che ti chiama per
un po' di tranquillità,
lontano da pensieri,
pensieri strani...
pieni di dolore...
Momenti di pace,
quasi felicità...
piano piano ti scopri a vivere
per essi,
li cerchi quando sei stanco,
è così bello;
è strano.
Cosa c'è,
cosa c'è quando provi
una simpatia,
magari quella simpatia.
Solo un attimo,
niente di più.
Come correre per una lunga
strada,
e guardarsi attorno,
mentre senti il fiatone
che ti riporta alla realtà.
La nebbia della mattina,
un violino che senti da lontano,
semplici cose per semplici
momenti,
semplice pace momentanea.
Strano che poi succeda
che io scriva le cose migliori
quando non ci sei,
come tu fossi portatrice di
sventure,
è bello però
averti vicina.
"Tutto è come tu lo
hai voluto"
mi disse un giorno mia madre,
solo che ora non sono capace
di piangere,
tanto l'uomo deve essere virile.
Essere uomo sentirsi uomo,
e non essere capace di esserlo,
oppure è solo una lontana
paura,
il responso di stupide malattie.
Vorrei tanto essere pazzo,
e forse un giorno riuscirò
ad esserlo,
mi metterò su un prato
e fisserò
per sempre un filo d'erba
nella mia mano.
Un nome, un nome che non posso
dire,
la paura è come un
coltello,
un nome che amavo come pochi,
un nome che ora cerco di dimenticare.
Così scrivo per non
dimenticare,
c'è chi beve, o fuma...
c'è chi decide di farla
finita,
oppure di comprare un copia
della Gazzetta.
Urlo e vorrei essere su un
aereo,
fuggire via da questo posto,
cercare nuove città
e paesi,
mi hanno detto che in america
ci si diverte.
Ho voglia di una ragazza,
mi pare di stare nel deserto
dell'odio
ne trovi solo assetate di
vendetta,
cosa hai commesso tu.
Il sole è lì
da solo,
vedi la tua ombra allungarsi,
e la giornata ancora una volta
finire,
come i tuoi versi su questo
foglio.
Lidia mi ricordo eri molto
bella,
poi qualcuno o qualcosa ti
ha uccisa,
mi ricordo il tuo viso su
quel giornale,
nuda eri molto più
bella.
Le sinfonie sanno essere violente,
più scrivi e più
avresti voglia di lasciarle,
le sinfonie sanno essere cretine,
io posso diventare sadomasochista.
Una pagina dopo l'altra,
versi già sulla penna,
parole che escono come da
un diario.
Giorno e giorno venuto andato.
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