Poi avresti detto di si,
avresti urlato che eri li,
dove segnava la tua mano.
Poi avresti urlato di si.
Magari ora dirai ti odio,
certo potevi farlo prima,
ti addoscisci come il miele
per poter uccidere meglio.
Malata di morte e malinconia,
beffarda creatura della notte,
io ero li che urlavo,
ma tu dov'eri?
Dov'eri quando ho pianto,
dov'eri quando ero solo,
dov'eri quando morivo,
dov'eri quando ti chiamavo.
Bene insieme non siamo mai
stati,
forse ti piaceva giocare,
o farlo come due fratelli,
ma ricordo che la tua spada
faceva male.
Quel film non era poi così
brutto,
e continuavo a guardare i
tuoi occhi,
ma la bava che scendeva dalla
tua bocca,
non mi piaceva affatto.
Malata di noia e di niante,
viziata creatura d'occidente,
io ho urlato di dolore,
ma tu dov'eri?
Dov'eri quando ho lottato,
dov'eri quando ero triste,
dov'eri quando costruivo castelli
in aria,
dov'eri quando urlavo...
Urlavo che non c'eri,
urlavo che vedevo un sole,
urlavo che non c'entra il
mondo,
ma forse l'aria, chissà,
i pianeti.
Urlavo che non era Dio,
che non era più tempo
di morire,
o di assurde e strane rivoluzioni
ma di cacare e così
sia.
Volontà di farla finita,
volontà di cambiare
momente.
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