Mi ricordo di Milena.
lei lesse le mie poesie,
e forse gli piacevano non
so.
Mi chiese di parlare,
io chiusi gli occhi,
avrei potuto innamorarmi,
se ce ne fosse stato il tempo.
Milena sapeva essere molto
bella,
e aveva cose bellissime nei
suoi pensieri
mi ricordo quando salutò
il suo ragazzo
prima di partire per una piacevole
gita,
dolcezza in semplici gesti.
Non c'era tristezza in noi,
eravamo allegri, una allegra
compagnia,
e molto spesso cantavamo.
Così poco durò
il viaggio,
e Monaco e Dakau ci apparvero
tristi.
La sera ridemmo per strada
ma io pensavo a cose più
grandi di me.
Così come a Mauthasen,
molti piangevano, io non ci
riuscivo,
altre cose mi terrorizzavano,
forse più terribili.
Di tanti morti qualcosa non
mi convinceva,
forse il troppo parlare di
chi doveva stare zitto,
o il sapere di essere solo
o il non poter capire.
Così i pensieri esplodevano
contro quelle baracche,
rifatte, forse, per inutile
vergogna,
così le parole di ex
martiri
si rompevano contro pensieri
più forti.
Vidi molti piangere,
e Russi ipocritamente ricordare
i loro morti,
e tanti altri in ogni caso.
Solo una bandiera mi sembrava
giusta,
quella che sventolava al di
sopra di tutto,
senza colori e amori,
identica all'aria che la circondava,
impalpabile e molto più
bella,
un utopia, ogni giorno sempre
più forte.
Milena, anche lei sapeva ridere,
e spesso l'ho vista distendersi
in un sorriso,
io non cammino più
per quelle strade
ma vorrei volentieri rivederla.
A volte sogno cose che sono
andate,
e tante vie mi ritornano in
mente.
tante canzoni una volta dette
e poi lasciate,
tante frasi dette solo per
dirle.
<< | # | >> |