Dodici bambini che giocano
dodici giorni di Dicembre,
il mese della notte.
Tutto si cura di te.
Dodici giorni alla vita
quasi alla fine della giornata.
Mezzanotte e poi nasce una
luce ad est,
lontana dalla noia,
vicina alla notte. Vita.
Settanta volte vicino a te,
cento ottanta da te lontano.
Tanti errori:
l'averti amata,
non averti odiata subito,
continuare a cercarti.
Io sempre lontano
io con la testa in nuvola.
Ci sarebbero due modi per continuare a credere:
Altri momenti di poesia,
solitudine,
ricerca di un motivo.
Potrei anche farvi ridere,
come un pagliaccio
nascondermi sotto una maschera
ridente.
Potrei non farvi pensare,
uscire dalla porta di servizio
e
non farmi più vedere.
Potrei anche usare la mia voce
per svago,
criticare chi non ha molta
voglia di ridere,
lasciate al tempo il compito
di uccidermi.
Potrei certamente non sognare
più.
Ho sempre cercato di cambiare,
forse confessandomi alla luna,
testimone silenziosa di mille
creature.
Ma lei da un po' di tempo
non si fa vedere.
Lei a chi ride.
Lei a chi non sa ridere,
lei a chi non piange,
lei a chi non sa piangere.
Lei a me,
lei a noi,
lei a tutti i morti di fame,
lei a chi non sa mangiare.
Lei per giudicarci
di fronte al niente.
DI FRONTE AGLI ALTRI.
Lei a chi non canta,
lei a chi non sa cantare,
lei a quegli odiosi signori,
lei ai migliori.
Lei a chi non sa distinguere,
lei a chi generalizza sempre.
Lei a tutti.
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