L'idea del progetto Grande
Italia fu concepita intorno al 1973/74 da Dodo Veroli, all'epoca produttore
dei Nomadi e Pier Farri, uomo della Emi, entrambi frequentatori del bar
Grande Italia, a Modena. L'intenzione era quella di riunire in un disco
i musicisti più o meno noti che frequentavano l'omonimo locale,
in quel periodo punto d'incontro di un'umanità varia affascinata
dal fenomeno beat e dal movimento hippie, sia dal punto di vista musicale
che da quello artistico letterario. Al disco avrebbe poi dovuto far seguito
una serie di concerti. I vari gruppi prepararono i loro brani e li incisero
senza particolari difficolta'. Il doppio LP uscì nella primavera
del 1975 ma del tour non se ne seppe più nulla e, dato che
in quel perido non esistevano ancora le cosiddette radio libere, non credo
sia stato programmato da qualche rubrica Rai.
Il disco rimase per
un pò nelle vetrine dei negozi poi sparì dalla circolazione
ed anche le persone coinvolte, occupate in altre faccende, non se
ne curarono troppo. La storia è abbastanza semplice ma ha poi avuto
un seguito. L'immagine di copertina, che ritrae parte dei musicisti ed
abituali frequentatori del bar, senza voler essere retorici o autocompiacersi,
direi che ricorda la foto centrale dell'album Brothers and Sisters degli
Allman Brothers, oppure anticipa la locandina del film Almost Famous, anche
se nel nostro caso le ragazze invitate per la posa all' alba delle 10 di
mattina, se ne rimasero quasi tutte a letto. Questa fotografia ha esercitato
un certo fascino, così che venne ripescata nel 1988 in occasione
di un concerto reunion ed arte varia tenutosi nella piazza del Duomo di
Modena. Il bar Grande Italia non esisteva già più, al suo
posto era stata aperta una pellicceria. Il momento più atteso della
serata era costituito dall'esibizione dei Nomadi con l'ancora presente
Augusto Daolio e gran parte del pubblico, interessato soprattutto alla
musica, ad un certo punto invito' la presentatrice a compiere
disparati atti sessuali, al che la ragazza abbandonò il palco sul
quale fu catapultato il cantautore Romano " Panzer " Rossi accompagnato
da me all'armonica. Io, che ero inattivo da alcuni anni, incappai in due
stecche strepitose, che mi vergogno ancora. Nessuno sembrò
accorgersene ma io sì e da quel momento e per diversi anni mi impegnai
seriamente nello studio dello strumento. Dopo quella serata la foto fu
usata spesso quando a qualcuno veniva in mente di organizzare manifestazioni,
mostre, o scrivere qualcosa sui fantasiosi anni 60/70, fino ad essere inserita
in una raccolta di fotografie dal titolo " Modena, immagini di un
secolo " pubblicata in mille esmplari numerati nel 1999, ed anche nel libro
" Seduto in quel caffè...........fotocronache dell'era beat " uscito
agli inizi del 2003 per le edizioni rfmpanini.it curato da Massimo Masini,
che in quel passato periodo aveva collaborato con varie formazioni di orchestrali.
Naturalmente non manca la leggenda metropolitana. All' estrema sinistra
della foto si nota un personaggio con giacca ed occhiali scuri che nessuno
conosceva. Qualcuno chiese chi fosse e qualcun'altro, visti i tempi e l'ambiente
rispose: " E' un poliziotto in borghese " così, quel curioso
divenne un agente mandato a scoprire cosa fosse quell' assembramento
di capelloni a quell'ora mattutina. Quanto ai musicisti che parteciparono
alle registrazioni, dei più noti, come Francesco Guccini o
I Nomadi si sa più o meno tutto, ma anche la maggior parte degli
altri ha seguitato a suonare, chi in campo rock folk come i componenti
della Pavullo Band, chi, come Glauco Zuppiroli è apprezzato e conosciuto
bassista jazz, altri come Amos Amaranti, Sandro Capasso e Silvano
Ori collaborano con diversi gruppi musicali. Da parte mia, rimasto fedele
all'armonica, continuo a fare serate con gruppi locali.
Franco Anderlini
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