2/11/81

Mi ricordo di Milena.
lei lesse le mie poesie,
e forse gli piacevano non so.
Mi chiese di parlare,
io chiusi gli occhi,
avrei potuto innamorarmi,
se ce ne fosse stato il tempo.

Milena sapeva essere molto bella,
e aveva cose bellissime nei suoi pensieri
mi ricordo quando salutò il suo ragazzo
prima di partire per una piacevole gita,
dolcezza in semplici gesti.
Non c'era tristezza in noi,
eravamo allegri, una allegra compagnia,
e molto spesso cantavamo.

Così poco durò il viaggio,
e Monaco e Dakau ci apparvero tristi.
La sera ridemmo per strada
ma io pensavo a cose più grandi di me.
Così come a Mauthasen,
molti piangevano, io non ci riuscivo,
altre cose mi terrorizzavano,
forse più terribili.

Di tanti morti qualcosa non mi convinceva,
forse il troppo parlare di chi doveva stare zitto,
o il sapere di essere solo
o il non poter capire.
Così i pensieri esplodevano contro quelle baracche,
rifatte, forse, per inutile vergogna,
così le parole di ex martiri
si rompevano contro pensieri più forti.

Vidi molti piangere,
e Russi ipocritamente ricordare i loro morti,
e tanti altri in ogni caso.
Solo una bandiera mi sembrava giusta,
quella che sventolava al di sopra di tutto,
senza colori e amori,
identica all'aria che la circondava,
impalpabile e molto più bella,
un utopia, ogni giorno sempre più forte.

Milena, anche lei sapeva ridere,
e spesso l'ho vista distendersi in un sorriso,
io non cammino più per quelle strade
ma vorrei volentieri rivederla.
A volte sogno cose che sono andate,
e tante vie mi ritornano in mente.
tante canzoni una volta dette e poi lasciate,
tante frasi dette solo per dirle.
 
 
<< # >>