La cosiddetta eresia gnostica
si è sviluppata tra il primo e secondo secolo d.C.. Comunemente
si ritiene che la Gnosi sia una teologia cristiana influenzata dalla filosofia
buddista, (1) dal platonismo e dalle religioni
misteriche, particolarmente nell'ambiente cosmopolita di Alessandria. Tuttavia
già nell'antica tradizione ebraica erano presenti concetti propri
dalla gnosi, e parallelamente alla gnosi cristiana si sviluppa, o più
probabilmente la precede nella tradizione orale, la gnosi ebraica. Gli
gnostici dividevano l'umanità in tre categorie: gli pneumatici (o
spirituali), cioè loro stessi; gli psichici (gli intellettuali diremmo
noi), cioè per esempio i cristiani della Chiesa cattolica; e gli
ilici (o carnali) che sono tutti gli altri uomini, dediti alle passioni
della carne e irrecuperabili al discorso dell'illuminazione spirituale.
Sono loro, gli pneumatici, avevano la predisposizione a comprendere chiaramente
il messaggio di salvezza, solo in essi la scintilla divina, residuo dell'anima
universale, poteva risvegliarsi e portare alla resurrezione e al ricongiungimento
con Dio. Essi erano i pochi, gli altri i molti. Gli psichici avevano un
ricordo dell'anima divina molto più a attenuato, potevano teoricamente
salvarsi, ma solo pochi in realtà 'aprivano i loro cuori'. Gli ilici,
o carnali, non erano in grado di salvarsi, il residuo dell'anima divina
era completamente soffocato dalle passioni della carne, dalle illusioni
della vita terrena.
Così, mentre il messaggio
di salvezza è per tutti, solo pochi sono destinati a comprenderlo.
In questo senso la dottrina della gnosi è profondamente elitaria
E in aggiunta è profondamente individualista: la rivelazione (apocalisse)
è personale, e quindi non trasmissibile, non comunicabile a nessun
altro.
Questi sono aspetti che rendono
la gnosi molto antipatica, mentre aspetti opposti, cioè l'universalità
e l'eguaglianza, esprimono il grande valore umanitario del messaggio cattolico.
Eppure se si osserva ciò che è accaduto tra gli gnostici
e i cattolici nel conflitto teologico politico che li opporrà, si
noterà come l'azione dei cattolici sia stata improntata ad un odio
feroce e bestiale, come i cattolici abbiano usato tutti mezzi più
odiosi e rivoltanti, dalla falsificazione dei testi alla falsificazione
storica, fino a bruciare libri gnostici e a bruciare gli gnostici stessi,
nella loro lotta fanatica contro l'intera concezione gnostica. Ancora oggi
sono molti i cattolici che ritengono giusta la lotta contro l'eresia e
i roghi di libri eretici.
Inoltre il partito della Chiesa
cattolica - la grande Chiesa- si è dato una struttura paramilitare
e assolutistica, ha eliminato le donne dalla gerarchia, e usato il messaggio,
il Vangelo e la sua interpretazione, come puro strumento di potere.(2)
Il demonio deve aver avuto un forte imbarazzo nello scegliere il metodo
migliore per snaturare il messaggio evangelico: la dottrina della predestinazione
per pochi eletti propria della gnosi o la gerarchizzazione paramilitare
della Chiesa cattolica. Ha scelto, da vero principe del male per la gerarchizzazione
della Chiesa, e della gnosi ha lasciato sopravvivere solo il peggio, la
dottrina della predestinazione. Ma la gnosi non era solo quello.
Della lotta dei cristiani cattolici contro i cristiani gnostici si può considerare che le persone, e i partiti politici, vanno giudicati da quello che fanno, o hanno fatto, e non da quello che dicono, o hanno detto. Se ciò che gli gnostici dicevano dalla gnosi è senz'altro una concezione elitaria, una forma di razzismo intellettuale, ciò che gli gnostici hanno fatto, per quanto ne sappiamo, è stato il rifiutare la gerarchia, il tollerare opinioni contrastanti, considerare donne e uomini assolutamente uguali si da consacrare vescovi e diaconi donne e uomini indifferentemente. Al contrario i cattolici, che predicavano l'universalità e l'eguaglianza, e dicevano di amare il loro prossimo, subito dopo l'editto di Costantino hanno cominciato a molestare e perseguitare i dissidenti, e hanno poi continuato in una odiosa e fanatica lotta di sterminio contro eretici e infedeli. La gnosi è definitivamente sconfitta nel IV secolo, non appena la Grande Chiesa entra a far parte dell'establishment imperiale. Poi verrà il momento dei vecchi corregionali ebrei, di cui si inizierà la persecuzione subito dopo. (3)
Di tutto ciò che accade
si può cercare una spiegazione, ma spiegare non è giustificare.
Se il martirio dei primi cristiani può aver portato la Chiesa al
fanatismo, non per questo il fanatismo e l'intolleranza possono essere
giustificati. Senza contare che anche il martirio può essere considerato
una manifestazione di fanatismo e intolleranza. Così si può
pensare che la concezione degli pneumatici, o spirituali, sia una auto-attribuzione
di doti intellettuali comunque difficilmente valutabile in termini oggettivi:
oggi diremmo "sono dei cretini che credono di essere intelligenti" .
Per chi è scettico
sull'esistenza di un messaggio, e difficile simpatizzare per degli individui
che si arrogano l'idea di essere superiori ad altri, degli individui poi
consapevoli di essere una minoranza di fronte a una moltitudine, quindi
ancora più presuntuosi nella loro auto-classificazione. Forse è
più giusto ritenere che solo pochi degli gnostici dessero importanza
alla concezione della predestinazione, ma è un fatto che la maggioranza
degli gnostici moderni sembra badarci moltissimo. Forse per questi ultimi
e meno evidente che l'autocertificarsi predestinati a comprendere il grande
mistero dell'esistenza è una manifestazione infantile è di
scarsezza intellettuale. In generale più uno si ritiene intelligente
e superiore al prossimo, più si può star certi che sia un
imbecille.
Eppure questa concezione di
essere privilegiati rispetto agli altri non sembra aver fatto mai degli
gnostici un gruppo di oppressione, di prevaricazioni. Anzi proprio gli
gnostici sono stati prevaricati e oppressi. E non è forse
un fatto che solo pochissimi prestano orecchio al messaggio di salvezza,
all'invito di seguire la via dell' autoconoscenza per arrivare a Dio? Se
quindi un peccato di presunzione non è di nessun danno al prossimo,
dove è la gravità di questo peccato? Se il possibile cammino
verso la conoscenza è reso noto a tutti, e non nascosto o riservato
a pochi arbitrariamente eletti, forse il fatto che solo pochi intraprendano
tale cammino è una pura constatazione. Beati i poveri di spirito
vuol dire, secondo la concezione gnostica, beati coloro che, avvertendo
la povertà della propria condizione spirituale, ne cercano una più
profonda, più ricca. Il cammino alla conoscenza è rivolto
a rispondere a interrogativi come chi siamo, da dove veniamo, dove siamo
diretti, noi e il mondo intero. Ed è una mera constatazione il fatto
che pochi sembrano interessati a rispondere, se non addirittura a porsi,
tali interrogativi.
E allora? Allora niente. Se
una persona o un gruppo di persone desiderano astrarsi dalla società
per seguire una ricerca spirituale sull'origine e sui destini dell'umanità,
questo è un loro diritto e niente e nessuno deve intromettervisi.
Il problema si pone quando una persona o un gruppo di persone, ritenendosi
depositarie dei segreti dell'esistenza o dei segreti per arrivare a comprendere
il mistero dell'esistenza, su questa base impongano la loro particolare
concezione a gli altri, li dichiarino eretici e li perseguitino se non
si adeguano alla loro dottrina. Cioè il fatto socialmente rilevante
è se esista persecuzione da parte di chi e nei confronti di chi.
Se una persona o un gruppo
di persone ha raggiunto la conoscenza, o ritiene di vedere la strada che
porta alla conoscenza, e si rende conto che la conoscenza è felicità,
e la non conoscenza infelicità e disperazione, e realizza che le
altre persone sono escluse da tale possibile felicità, sono anzi
condannati all'infelicità e alla disperazione, questa persona o
questo gruppo di persona hanno o non hanno il dovere di portare aiuto al
resto dell'umanità che pare avviata verso il baratro della morte
eterna? E se in questo portare aiuto si verifica che l'umanità non
li ascolti, che devono fare costoro? Fare spallucce e dire "sono degli
ilici., che vadano dove il destino li porta" oppure fare dei blocchi stradali
guardati da soldati armati, istituire dei corsi di istruzione obbligatoria,
torturare chi si oppone all'insegnamento, massacrare chi volesse indicare
cammini diversi, tutto questo il nome della solidarietà umana e
della felicità eterna?
Intorno al primo secolo d.C.
è impossibile separare nettamente la questione sociale (la politica)
dalla questione spirituale (la religione). Infatti le origini del cristianesimo,
così come anche i recenti ritrovamenti di un Qumran e di Nag
Hammadi aiutano a delineare, sembra intrecciarsi una situazione molto complessa,
politicamente e spiritualmente. Morto Gesù, presumibilmente intorno
all'anno 30, la chiesa di Gerusalemme, la comunità dei seguaci di
Gesù, sembra intenta a organizzare la rivolta contro le truppe
romane di occupazione e contro Farisei, i Sadducei e la casa regnante Erodiana
che ai romani tengono bordone (4).
Giacomo il giusto, fratello
di Gesù, capo della primitiva comunità cristiana di Gerusalemme
fra i 30 e il 62, farà la stessa fine di Gesù, ed anzi senza
neanche l'autorizzazione del procuratore romano, visto che la sede era
vacante.(5) La sua fine ha le caratteristiche
dell'omicidio su commissione: Giacomo viene aggredito sulla strada del
tempio, viene buttato giù dalle mura ed è poi finito a sassate.
Giacomo e i suoi seguaci sembravano ritenere che il messaggio di salvezza,
oltre al suo contenuto spirituale, fosse anche letteralmente salvezza del
popolo eletto dall'occupazione straniera. Inoltre il messaggio era in ebraico
e riservato agli ebrei soltanto (il popolo eletto). Possiamo ritenere che
buona parte del partito cristiano ebreo faccia la fine che fanno tutti
gruppi di resistenza antiromana, Zeloti e Sicari, allorché Gerusalemme
e poi Masada cadono. Non è facile districarsi nelle scarsi fonti:
forse gli Zeloti erano una setta, (la " quarta filosofia " di Giuseppe
Flavio) in questo caso difficilmente distinguibile dalla setta dei seguaci
di Gesù, forse erano principalmente un fronte di azione politica
in cui erano confluiti Sadducei, Farisei, Esseni, e seguaci di Gesù,
uniti contro la dominazione straniera.
Qui entra in scena Paolo:
come si desume dagli Atti era un agente del Sinedrio, e quindi della casa
regnante, e perseguitava i cristiani perché a tale fine riceveva
lo stipendio. Colla storia del doppio passaporto e della doppia cittadinanza
gli è facile infiltrarsi tra gli Zeloti e gli altri sovversivi che
agitano le acque e preparano la rivolta contro Roma. Ma Paolo, come si
evince dalle sue lettere, è un filosofo, o comunque è preoccupato
di sapere chi è, chi era e cosa sarà.
La rivelazione personale lo
converte alla parte puramente spirituale del messaggio cristiano: la salvezza
attraverso una conoscenza di se per conoscere Dio. E per salvezza sembra
proprio intendere quello che poi farà: salvarsi dal destino incombente
su Gerusalemme e tutti gli ebrei a causa di quelle teste calde degli Zeloti.
È per portare questo messaggio che Cristo è morto sulla croce,
ed è nell'ansia di diffondere il messaggio che Paolo si dà
al proselitismo. Al contrario dei cristiano-ebrei che ritenevano che il
messaggio fosse riservato ai membri del popolo eletto, Paolo ritiene che
sia per gli eletti dell'umanità intera, circoncisa o incirconcisa
che sia. Questa è stata tramandata come la prima frattura politica
in seno al cristianesimo primitivo.
Possiamo pensare che Paolo,
anche grazie alla sua dimestichezza con l'apparato repressivo romano, avesse
una chiara idea della sorte che sarebbe spettata al partito dei seguaci
di Gesù se avesse ristretto la sua attività alla Palestina,
e che quindi abbia ritenuto più interessante viaggiare per tutto
il Mediterraneo, dovunque purché lontano da Palestina. O possiamo
pensare che Giacomo e gli altri, nel loro furore nazional patriottico,
avessero travisato completamente l'essenza spirituale e universale del
messaggio.
Paolo è il capostipite
della gnosi cristiana: il messaggio è per tutti, ebrei e non, ma
pochi sono destinati a riceverlo, e per di più con gradi differenti
di percezione. Nella prima lettera ai Corinzi (6)
questa consapevolezza è esplicitata a chiare lettere. Quindi di
eletti si tratta (i perfetti), ma eletti dello spirito, divenuti tali per
via della grazia, e non eletti per nascita e per diritti del sangue e della
stirpe. Tuttavia maestri gnostici successivi sembrano essere consapevoli
di qualcosa di poco limpido nell'attività di Paolo. Uno lo definirà
"triste ingannatore", un altro lascerà intendere che si tratta di
un individuo screditato (7). Ma la concezione
gnostica, con la quale Paolo permette al cristianesimo di sopravvivere
alla distruzione di Gerusalemme, diventerà presto ingombrante per
la comunità universale dei seguaci di Gesù (la Chiesa Cattolica),
è nel giro di un secolo verrà proclamata eretica.
Comunque si giudichi l'impostazione
Paolina, è ipotizzabile che Paolo, dopo aver abbandonato il partito
Erodiano e del Sinedrio essendosi convertito al cristianesimo, utilizzi
l'ideologia del suo nuovo partito per costruirne uno al di fuori della
alestina e contro la volontà dei seguaci di Gesù. Negli atti
si insiste molto sul fatto che a Gerusalemme per alcuni apostoli l'adesione
al nuovo partito cristiano era da limitarsi agli ebrei, ma in realtà
il dissidio ideologico è incentrato su una questione ancora più
fondamentale: quale fosse la Giusta Via tra rispetto della legge e il significato
della morte e resurrezione di Gesù in relazione al rispetto della
legge.
Comunque sia Paolo non si
cura delle opinioni di Giacomo e di Pietro, e, basandosi sul concetto gnostico
di rivelazione personale della volontà di Gesù che gli sarebbe
apparso sulla strada di Damasco, porta il messaggio di salvezza (cioè
organizza il suo partito) in tutto il mondo e secondo la sua particolare
interpretazione, che è assai diversa da quella di Giacomo. Quando
la comunità cristiana originaria di Gerusalemme perderà il
suo capo Giacomo pochi anni più tardi, e soprattutto dopo la distruzione
di Gerusalemme, la chiesa Paolina rimarrà senza rivali e potrà
accogliere i superstiti della Palestina in una struttura organizzata che
ormai Paolo controlla politicamente e ideologicamente, da vivo o da morto.
Cento anni più tardi
la struttura della Chiesa cattolica cercherà di impedire che qualcuno
(gli gnostici) ripeta lo scherzo di Paolo, cioè asserisca che l'autorità
derivi direttamente dalla comprensione di Dio e non dalle spiegazioni fornite
dalla gerarchia della Chiesa. Il conflitto durerà un paio di secoli
e si concluderà con la distruzione delle tesi gnostiche e la persecuzione
degli stessi seni gnostici.
È interessante comparare
il destino di Paolo a quello di Giuseppe Flavio: Paolo era un fariseo,
faceva parte cioè della setta giudaica vincente, l'unica che sopravviverà
alla distruzione di Gerusalemme e che dava vita alla diaspora (8).
Giuseppe era sacerdote della famiglia degli Asmonei e, malgrado la sua
adesione alla setta farisaica, vedrà la sua parte politica uscire
perdente dai conflitti che divisero la società giudaica. Si spiega
quindi il suo tradimento e passaggio dalla parte dei romani conquistatori,
così come gli stesso racconta nel suo libro "La Guerra Giudaica".
Giuseppe acquisterà la libertà e una ricca pensione che gli
permetterà di fare lo scrittore a tempo perso e vivere tranquillamente
a Roma. Paolo invece, rotti i ponti con i farisei, dovrà passare
in clandestinità e andare in giro tra le comunità cristiane
a raccattare i soldi per vivere e portare avanti la causa, come come descritto
nelle lettere ai Corinzi I e II. Quanto agli originali seguaci di Cristo
rimasti in Palestina, ai Sadducei, agli Esseni è agli Zeloti, verranno
massacrati e comunque di essi scomparirà ogni traccia diretta, perlomeno
fino ai ritrovamenti di Qumran e di Nag Hammadi.
Si è detto sopra del
conflitto fra cristiani ortodossi e gnostici: in quel conflitto entrambe
le parti produssero documenti che si rifacevano al nome e alle autorità
dei primi apostoli per sconfessare le tesi della parte avversa: alla fine
del primo secolo e all'inizio del secondo circolavano numerosi vangeli
e numerose versioni di importanti episodi della vita di Gesù. Molti
di questi sono stati sottoposti a rimaneggiamenti, aggiunte, cancellazioni,
ecc. per cui si spiega l'ansia dell'attuale Chiesa Cattolica allorché
saltano fuori scritti possibilmente ascrivibili alla comunità cristiana
primitiva. Gli autori di una recente pubblicazione originale e nuova di
rotoli del Mar Morto (9) sottolineano questi
aspetti poco nobili, in particolare dell'attività della scuola biblica
dei Domenicani di Gerusalemme. Anche un esame superficiale di quanto sappiamo
del cristianesimo primitivo rivela quanto siano precarie le basi documentarie
su cui si posano dogmi vitali per la vita del cattolicesimo. Tuttavia questa
precarietà è venerata come una reliquia e l'emergere dalle
sabbie del deserto di reliquie originali, ma con versioni differenti, scombussola
tutto il quadro. Così la Chiesa Cattolica sembra oggi lottare contro
un altro tipo di gnosi: la conoscenza oggettiva derivante dai nuovi ritrovamenti
archeologici e paleografici.
C'è un'ultima considerazione
da fare sulla Gnosi, sulla Via verso la conoscenza di se per arrivare a
conoscere Dio. Una scuola gnostica non insegna nulla, indica solo la strada.
Il singolo allievo troverà la strada che è solo per lui,
come la porta del racconto di Kafka, o non la troverà . Se la troverà
saprà di averla trovata e non avrà bisogno di nessuno che
gli certifichi che è la strada giusta, egli saprà. Questo
meccanismo logico protegge le scuole gnostiche da cialtroni e ciarlatani
che affermino di possedere una chiave di coscienza universale. È
un meccanismo blindato verso qualsiasi coercizione intellettuale o anche
spirituale. Infatti è fondamentale sottolineare che per la concezione
gnostica la rivelazione, l'apocalisse, è personale. Nulla di più
antitetico alla gnosi che imporre, o anche solo pensare di trasmettere
la rivelazione ad altri. In questo senso la gnosi, che è così
poco umanitaria nella sua visione della predestinazione, afferma il diritto
degli individui di trovare singolarmente la via per la comprensione
di se stessi e del mondo, senza che questa comprensione possa opprimere
o anche solo influenzare il prossimo. Anzi la gnosi può essere concepita
come un meccanismo di liberazione dagli inganni, dalle apparenze del mondo,
ma anche e soprattutto come liberazione dal collettivismo religioso tribale.
Questo stesso meccanismo è
invocato per i giudici e i giurati, che dovrebbero formarsi un libero e
intimo convincimento della verità processuale, e per i parlamentari
eletti dal popolo allorché votino a scrutinio segreto su questioni
riguardanti i diritti della persona.
Purtroppo questo stesso meccanismo
è utilizzato da chi ritiene di essere arrivato a una conoscenza
del mondo, delle sue storture e delle sue ingiustizie. La consapevolezza
di essere assolutamente certi di possedere la verità sui mali del
mondo, di autocertificare la propria conoscenza, ciò che noi chiamiamo
fanatismo cieco, diventa un'arma terribile rivolta contro l'umanità
intera quando viene posto in pratica come strumento di coercizione, religiosa
o intellettuale che sia. L'intima convinzione, impermeabile a ogni argomento
logico, l'irrisione della ragionevolezza come criterio per affrontare le
ingiustizie, vengono coperte da un'intellettualismo psichico per dargli
un'apparenza di nobiltà politica. Così la stessa ragione
può essere deificata e irrazionalizzata.
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