LA PUBBLICA SCUOLA DI LlNGUA LATINA
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Si sa per certo che a Campli, benché propiziato da un lascito di Germanio Rozzi, (106) dopo alterne vicende ereditarie, con un dispaccio per organo della Segreteria di Stato e Casa regale, degli 11Marzo 1769, ...si permise l'erezione del Seminario, a condizione, però che fosse "mero Uzicale", e che dopo il disbrigo delle cause ancora pendenti nel S.R.C. avesse la cappella ad assistere nella Regal Camera di S. Chiara pel Regio beneplacito, senza di che niun collegio poteva riputarsi legittimo.
Sta di fatto, però, che il protrarsi del disbrigo delle cause ...pendenti e l'essersi interdetta al Vescovo ogni ingerenza sul designato stabilimento privò Campli per sempre, dell'istituendo Seminario (del gran bene privato, come afferma il Palma).
Il lascito di Germanio Rozzi, che aveva contemplato l'accordo alle famiglie a lui più vicine in parentela, cioè quelle di Egidj, Michele Rozzi, Lucque, tutti e tre di Campli, e Della Noce di Canzano, una piazza franca per ciascuna di esse, confluì al Regal Collegio di Teramo (ora Convitto Nazionale) con gli impegni che ne derivavano. Fra questi il rispetto di legare una piazza franca per ciascuna delle famiglie a lui legate da parentela, ovvero quando non si trovassero in esse giovanetti da educarsi, ad altrettanti de' più poveri Camplesi (107). L'attenzione che i camplesi ponevano all'istruzione dei propri giovani, non era affidata alla semplice iniziativa dei privati. Erano scelte istituzionali al fine di curare l'istruzione dei giovani ed elevare il livello culturale dei propri cittadini. Nulla veniva tralasciato per il raggiungimento di tali fini e, come si è visto, si può affermare che di notevole rilevanza furono i risultati raggiunti. Basti pensare ai numerosi ed illustri personaggi espressi in tutti i campi della vita pubblica prima e dopo il periodo nel quale fiorì la Camilla Porzj.
Si parta da un riferimento apparentemente semplice quale quello della scelta del pubblico maestro di scuola. La lettura del solo titolo potrebbe far pensare ad una istituzione pubblica di tipo elementare.
Ma non è così: nello Statuto Municipale l'officio del mastro de scola è integrato da una serie di norme, che lo rendeva altamente qualificato al raggiungimento di fini sociali e culturali. (108)
In esso si legge che ...diligentemente come se conviene eserciti l'ufficio suo, e nell'insignare sia assiduo, et in niun modo esiga la norma da i suo scolari ma contentisi solo del suo salario e recevi sotto la sua disciplina tutti i nostri e quei forestieri che pagano il fomante se vi andranno; gli'altri a sua compiacenza.
Con l'attenzione posta, affinche l'istruzione dei giovani di Campli non gravasse sulle loro famiglie, purché censite nei
libri fiscali, uguale attenzione veniva riservata ai forestieri che paga[va]no il fomante. Una parificazione che poneva le famiglie nella medesima posizione soggettiva, pur limitata alla consuetudine di quei secoli di accordare per censo certi benefici.
La norma della carta municipale camplese aggiunge anche gl'altri... a sua compiacenza. Non si comprende se, per questi ultimi, la discrezionalità fosse limitata alla semplice ammissione, ovvero se questa comprendeva il pagamento di quella norma che il maestro non poteva in alcun modo esigere da coloro che paga[va]no il fomante. Cosa ben difficile, se si pensa alla condizione di povertà degli altri, a meno che, per questi ultimi, non si fosse intesa quella categoria di mercanti-ebrei o di forastieri, che non avevano ancora acquisita la residenza fiscale.
Questo mastro de scuola non era una figura secondaria fra i pubblici ufficiali previsti dallo Statuto, ne la sua funzione era limitata al minimo elementare. Quella scuola era qualche cosa di più, posto che i giovani vi venivano istruiti anche a livello umanistico.
Una scuola dove si studiava il latino (e forse anche il greco) della quale quella ricordata da Andrea Fumi, (109) vissuto tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVII, poteva esserne la perpetuazione.
Per comprendere l'alto livello d'insegnamento, basta leggere e riflettere sulla cura posta nella scelta del maestro e sui requisiti di valutazione richiesti.
Il compito di selezionarli spettava agli elettionarij, che dovevano proporre al Consiglio tre professori di lettere humane litterati et accustumati, nell'esercitio esercitati et assidui nell'insegnare essendo che deveno essere moderatori di putti e di giovanetti.
Il maestro selezionato ed assunto dal Comune, non doveva essere un semplice maestro elementare, come qualificabile nella funzione attuale, ma doveva essere scelto tra professori di lettere abilitati e particolarmente idonei all'insegnamento Umanistico.
Niccola Palma ricorda, parlando di Falamesca De Montibus, (110) di aver:.. trovato... nell'archivio di Campli che Falamesca De Montibus di Canzano nel 1581 fu dai sedici elezionarj compreso nella tema, presentata al Consiglio per la scelta del Maestro di scuola: che tale egli era colà nel 1587.. e che nel 1590 rimase nuovamente eletto coll'annuo stipendio di duc. 72.
Il De Montibus, precisa, viene descritto dal Toppi grande Humanista, buon poeta, et erudito in lingua Greca, come si raccoglie dalla sua opera in verso latino, che fece in lode della Città d'Atri... Egli proveniva da Canzano ed è risaputo che in Canzano e in Ancarano erano segnalati ebrei di notevole peso economico, tanto è vero che i primi prestarono considerevoli somme di denaro all'Università di Teramo, costretta ad esborsi per far fronte alle spese di mantenimento di tre compagnie di fanti spagnoli nel 1530.
Questa origine canzanese e l'assunzione quale pubblico maestro dal Comune di Campli, non appare una semplice coincidenza. A parte la severità della selezione, la scelta potrebbe essere stata preceduta dal gradimento delle comunità dei due centri; Comunità che non devono essere necessariamente intese come comunità ebraiche visto che, ufficialmente, gli ebrei erano stati invitati ad andarsene (per usare un eufemismo) con le più volte ricordate prammatiche di espulsione del 1510.
Una scelta comunque illuminata, considerando il curriculum culturale e le qualità morali del De Montibus. Tuttavia, è lecito pensare che la parte residuale della comunità ebraica (anche se non più tale) abbia accolto con favore la scelta di un maestro di scuola proveniente da una città, ove gli ebrei erano stati altrettanto attivi.
E non è il solo riferimento a Canzano. Lo si troverà ancora con il nome della famiglia Della Noce, tra i beneficiari della piazza franca nel Real Collegio di Teramo, concessa dal lascito di Germanio Rozzi, che non aveva potuto veder realizzato un Seminario a Campli.
Deve concludersi che tutto questo fiorire di attività collegate con la pubblica istruzione, rilevabile dai segnali forti della intellettualità camplese dal XIII al XIX secolo, non può prescindere dalla presunzione che essa sia stata attinta, sia pure marginalmente, da un soffio di cultura ebraica.