"QUESTA TORRE E' STATA COSTRUITA QUI".
LA STATUA DI CERA
 
 

Campli. Il campanile (sec. XIII).
Altre storielle sono Comuni con Cuneo e richiamano tradizioni religiose, quali quelle delle confraternite, spesso motivate da esigenze di "potere locale" più che di aggregazione spirituale. " Nella Cuneo del trecento le confraternite dei quartieri erano, come in ogni luogo che si rispetti, ferocemente avverse le une alle altre. Gli abitanti del quartiere di San Giacomo vivevano continuamente nel terrore di essere derubati dei loro averi, magari degli edifici, dai rivali. Per premunirsi, al campanile della loro Chiesa (S. Maria della Pieve), che era il loro orgoglio, murarono un marmo la cui epigrafe monitoria diceva: QUESTO CAMPANILE E' STATO FABBRICATO QUI" (37).
Anche a Campli si racconta, forse per le medesime ragioni di Cuneo, di un lapide murata su una parete della torre con una epigrafe di pari significato, ma con una dicitura più...aderente all'arte edificatoria: " QUESTA TORRE E' STATA COSTRUITA QUI". Qualcuno ne azzarda la posizione in quell'incasso quadrangolare, che si può osservare sulla parete del fusto sotto l'orologio. Altrettanto singolare è la comune storia della statua di cera con la sola variante che per Cuneo la riferiscono ad un Crocifisso, per Campli alla statua del Cristo Morto. A Cuneo, " dovendo portare in processione, nel crudo inverno il bel Crocifisso di cera, il panettiere propose di scaldarlo nel suo forno, da cui aveva appena tolto il pane caldo. 


Campli. Chiesa di S.Francesco (sec. XIII)
Partecipi della medesima profonda pietà i presenti assentirono. Al momento della processione non lo trovarono più: "penso, disse costernato il panettiere, che offeso dalla nostra empietà, se ne sia fuggito " (38).
Campli è molto devota al Cristo Morto e sin dai tempi antichi si celebra il Venerdì Santo con una solenne processione alla quale partecipavano, sin da allora, con una moltitudine di fedeli le Confraternite del paese e delle "Ville" limitrofe. Durante una di queste processioni si scatenò un forte temporale, che bagnò statua e fedeli. Presi dalla "medesima profonda pietà", i fedeli decisero di mettere la statua ad asciugare nel forno da dove, un panettiere, aveva da poco tolto il pane ancora caldo e profumato. Ma la statua era di cera, sicché, quando decisero di tirarla fuori per riportarla in Chiesa, in luogo del Cristo Morto, trovarono una macchia di liquido scuro. Allora, esterrefatto, il panettiere esclamò: " ci'à c..., ci'à piscite e se na jite " (ci ha c..., ci ha pisciato e se ne è andato).

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