L'UOVO DELL'ASINO
 

"...convinti più che mai che, dal presunto 
uovo, fosse nato un asinello..."

Le storielle su Campli sono molte. Quelle riportate nei precedenti capitoli sono le più note e significative di antiche usanze. Curiosa, ma meno conosciuta, è quella dell'uovo dell'asino che, nel corpus delle storielle camplesi, è l'unica a contenere elementi di costruzione fiabesca. Si narra che alcuni contadini avvistassero in un canneto due o tre asini "selvatici" che, alla vista degli uomini, si diedero a precipitosa fuga. Raggiunto il canneto, i contadini vi trovarono una zucca con una strana forma d'uovo; credettero allora di aver scoperto l'uovo dell'asino.
Da un uovo d'asino non poteva che nascere un asino; pensarono di farlo "covare" da una vecchia che aveva la nomea di essere una strega costringendola all'insolita funzione. La vecchia si mise a sedere sulla zucca coprendola con il corpo e con le sue pesanti sottane. Ma i giorni passavano e nonostante la costanza della strega e l'accortezza degli uomini a tenere caldo l'ambiente con tizzoni ardenti, l'unico risultato fu quello di far marcire la zucca. Delusi, ma ancora non del tutto convinti, la presero e la buttarono in un fossato. La zucca, rotolando, andò a spappolarsi in un folto cespuglio entro il quale stava nascosta una lepre che, spaventata, schizzò fuori velocemente scappando verso l'opposta collina. Grande fu la sopresa e convinti più che mai che, dal presunto "uovo", fosse finalmente nato un asinello, si misero a rincorrere la lepre gridando, per costringerla verso il vicino paese: " trrrucce, trrrucce....trrrucce a Chimple, tante peccule e curre thinte...". Con il consueto finale umoristico, si conclude l'insolita storiella che, come si è visto, attinge al mondo fiabesco delle streghe e 
delle magie (fattucchiere). Non ha la struttura della favola, ma con la favola ha stretta analogia nei simboli. Un inserimento, nel racconto burlesco, di elementi tipici della fiaba come la strega appartenente al fantastico universale e " l'uovo " appartenente al ricordo inconscio dell'uovo del "gallo stregone" dal quale, nelle leggende di magia abruzzese, "nasce(va) il serpente basilisco". (39)
 
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